Storia di parole

parole con storia e parole parole

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  1. _Nicoletta
     
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    Io ho trovato queste . E' interessante scoprire come sono nate certe parole, che usiamo abitualmente. ^_^

    Comincio io

    barzelletta->l'etimologia della parola barzelletta è incerta. Si ritiene pero che derivi da bargella femminile di bargello. Bargello (dal tardo latino barigildus) era una parola longobarda che indicava l'alto funzionario della giustizia. Nella storia medievale il bargello era infatti il funzionario capo della polizia, cioè il capo dei birri. In senso spregiativo, bargello indicava lo spione, chi era solito curiosare sui fatti degli altri; di qui derivò il femminile bargella, che indicava la tipica donna pettegola e curiosa e nello stesso tempo piena d'arguzia. Barzelletta voleva quindi dire 'discorso da bargella', cioè una storiella non sempre attendibile ma condita con una buona dose di spirito.

    Best seller è una locuzione inglese che significa letteralmente 'il miglior venditore' e si riferisce al volume più venduto o allo scrittore più letto in un determinato periodo di tempo. Quando diciamo, per esempio, che La vita agra di Luciano Bianciardi è stato il best seller del 1963, intendiamo dire che La vita agra (o Bianciardi) è stato il libro (o l'autore) di maggior successo del 1963. Mentre da noi la locuzione best seller si può riferire a un periodo molto vario (un mese, una stagione, un anno, ecc.) e senza alcun preciso riferimento al numero delle copie vendute, negli Stati Uniti d'America merita questo titolo solo quel libro la cui vendita nei primi dieci giorni dalla pubblicazione raggiunge o supera l’1% della popolazione residente nel territorio continentale.
     
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  2. _Nicoletta
     
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    Bar imageè un locale pubblico in cui si servono bibite, vino, liquori, caffè, ecc. al banco o seduti. Si tratta di un vocabolo inglese che significa, etimologicamente, barriera, sbarra (si confrontino il francese barre, lo spagnolo e l'italiano barra). Nel '300 indicava la barriera di metallo o di legno delle corti di giustizia. Poi nel '500 passò a indicare la barriera o sbarra divisoria che separava i clienti dal banco di mescita nelle taverne, osterie, ecc. In Italia questo vocabolo è arrivato all'inizio del secolo XX e ha preso piede molto velocemente al punto da soppiantare presto la taverna e da contrastare il terreno al caffè. In epoca fascista, nel furore nazional puristico, si tentò di eliminare questa parola straniera come tante altre. Visto inutile lo sforzo, si pensò di italianizzarla, ma vocaboli come baro e bari suonavano in modo equivoco. Oggi ormai questo termine domina incontrastato e ha dato origine al vocabolo barista, che indica sia chi possiede un bar oppure ne ha la gestione, sia chi serve al banco, detto anche all’inglese, con voce più sofisticata, barman (da bar e man = uomo).


    Faro image
    deriva dalla torre costruita sull’isola di Pharos, in Grecia, situata di fronte alla città di Alessandria d’Egitto già tre secoli prima di Cristo. La costruzione, eretta durante il regno di Tolomeo II (283 - 246 a.C.), raggiungeva un’altezza di 135 m. ed veniva descritta dai testi antichi come una torre a tre piani.
    L’idea di segnalare ai naviganti eventuali pericoli è nata proprio nei pressi di Alessandria d’ Egitto città portuale dai fondali pericolosi di grande importanza strategica e commerciale.
    In cima alla costruzione era acceso un enorme braciere che conteneva un fuoco fatto con legni resinosi e sostanze oleose, la cui luce veniva proiettata a distanza da specchi metallici. Il faro sull’isola inoltre emetteva dei suoni grazie ad un geniale sistema. Era posizionato vicino al braciere, infatti, un contenitore di acqua che emetteva fragorosi getti di vapore.
    Il faro dell’isola venne distrutto nel XIV secolo da un tremendo terremoto ma la costruzione, era talmente conosciuta nel mondo antico che la parola faro (Pharos) è rimasta fino ad oggi la parola-simbolo cara ad ogni navigante.

    image

    Edited by _Nicoletta - 12/10/2007, 16:12
     
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  3. _Nicoletta
     
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    Social bookmarking
    da wikipedia
    Il social bookmarking è un servizio basato sul web, dove vengono resi disponibili elenchi di segnalibri (bookmark) creati dagli utenti.

    Questi elenchi sono liberamente consultabili e condivisibili con gli altri utenti appartenenti alla stessa comunità virtuale.

    I siti di social bookmarking organizzano il loro contenuto tramite l'uso di tag (etichette, categorie). La popolarità di questi siti è in costante crescita, in quanto sono uno strumento facile e intuitivo per individuare, classificare, ordinare e condividere le risorse Internet attraverso la pratica dell'etichettatura e categorizzazione (tagging). Ulteriori risultati possono essere ottenuti raggruppando insieme più tag.

    l concetto di "condivisione in rete dei bookmark" è databile verso la metà del 1999, ma le prime proposte in questo senso furono di breve durata, travolte dalla crisi che investì il comparto dell'alta tecnologia dopo il 2001. Il social bookmarking diviene una pratica diffusa solo nel settembre del 2003 con la nascita del sito del.icio.us, che funge da apripista e si qualifica ancora oggi come punto di riferimento. Il 2005 vede l'ingresso nel settore del popolare motore di ricerca Yahoo! che lancia My Web 1.0, un servizio di social bookmarking giunto nel 2006 alla versione 2.0: seppure ancora in fase di beta testing, il programma è stabile ed ha attratto oltre un milione di utenti. Nel frattempo, nel dicembre 2005 Yahoo! incorpora del.icio.us, conquistando una posizione di grande rilevanza nell'ormai affollato settore del social bookmarking.

    In un sistema di social bookmarking gli utenti registrano un catalogo di risorse Internet ritenute, a vario titolo, utili e stimolanti. Sovente questi elenchi sono pubblicamente accessibili e altre persone con analoghi interessi possono visionarli, casualmente o suddivisi per categorie. Alcuni sistemi di social bookmarking salvaguardano la privacy, consentendo la registrazione di segnalibri in forma anonima, ovvero non associati ad un nominativo.

    La categorizzazione delle risorse avviene per mezzo di "parole chiave" (tag) liberamente e informalmente scelte dall'utente (vedi Folksonomia). La maggioranza dei servizi di social bookmarking permette agli utenti la ricerca di segnalibri associati a determinate etichette (tag), oltre all'ordinamento delle singole risorse Internet in base al numero delle segnalazioni. Molti siti hanno altresì implementato algoritmi per ottenere risultati da ricerche condotte su gruppi di parole chiave.

    Aspetti positivi

    Questo sistema gode di numerosi vantaggi rispetto ai tradizionali software per la localizzazione e la classificazione automatizzata di risorse Internet quali, ad esempio, i motori di ricerca. Nei sistemi di social bookmarking la classificazione di risorse si basa su etichette (tag) create da esseri umani, che "comprendono" il contenuto del sito catalogato, all'opposto di quanto avviene con un software che "cerca di comprendere" il significato di una risorsa per mezzo di un algoritmo. Il social bookmarking introduce il concetto di etichette (tag) classificate "semanticamente", una possibilità ancora assente negli attuali motori di ricerca.

    Inoltre, poiché la gente cataloga risorse che ritiene utili, i siti web di maggior interesse e valore sono segnalati da un alto numero di utenti. Di conseguenza, un simile sistema "collocherà" una risorsa in base alla sua utilità "percepita". Questo risultato è di maggior interesse per l'utente finale rispetto a quello ottenibile con altri sistemi che "collocano" una risorsa in base al numero di collegamenti esterni che puntano su di essa.

    Esempio d'uso

    Immaginiamo due risorse Internet: la prima ha molti collegamenti che conducono ad essa, ma presenta uno scarso interesse; la seconda ha relativamente pochi collegamenti, ma possiede maggiori attrattive per l'utente finale. I motori di ricerca tradizionali come Google tendono a privilegiare la prima risorsa collocandola nei primi risultati, mentre un sistema di social bookmarking, basato su un metodo d'ordinamento che considera prioritario il grado d'usabilità, privilegia la seconda risorsa.

    per esempio su delicous image
    Notifica automatica
    La classificazione e l'ordinamento delle risorse Internet è un processo in continua evoluzione, così molti sistemi di social bookmatking offrono la sottoscrizione a feed RSS basati sulle categorie. In questo modo, l'utente abbonato al servizio riceve una notifica automatica non appena nuovi segnalibri appartenenti alla propria area d'interesse vengono aggiunti da altri utenti.

    Inconvenienti
    Esistono alcuni inconvenienti legati ai sistemi basati sull'attribuzione di etichette (tag): mancanza di una serie codificata di parole chiave, assenza di uno standard per la struttura delle etichette (ad es. singolare contro plurale, uso delle lettere maiuscole, ecc.), scorrette catalogazioni dovute a errori di ortografia, etichette che possono avere più di un significato, schemi di categorizzazione altamente "personalizzati" da parte di alcuni utenti. Infine, non esiste la possibilità per l'utente di evidenziare le relazioni gerarchiche tra le etichette (ad es. un sito potrebbe essere catalogato sia "formaggio" che "parmigiano", senza un meccanismo indicante che quest'ultimo è un "perfezionamento" o una "sottocategoria" di "formaggio").

    I sistemi di social bookmarking sono naturalmente soggetti a rapida evoluzione, così nel prossimo futuro è probabile che questi aspetti negativi troveranno un'adeguata soluzione, o risulteranno superati.
    :paper:


    E ancora da ops (che mi ha stimolato a cercare le spiegazioni che poi ho messo qui)

    Il social bookmarking è un’evoluzione della funzione “Segnalibro” che abbiamo nel nostro browser e ci permette di organizzare al meglio le risorse web di nostro interesse, ma anche di condividerle con altre persone a noi affini. I social bookmarking attualmente più utilizzati sono:

    image http://del.icio.us/
    imagehttp://digg.com
    imagehttp://www.furl.net
    imagehttp://technorati.com

    Il social bookmarking è uno strumento facile e intuitivo per individuare, classificare, ordinare e condividere le risorse Internet attraverso la pratica dell'etichettatura e categorizzazione. Un servizio molto più efficace ed efficiente della funzione “Segnalibri” del browser e con in più la possibilità di poter accedere ai propri siti web di interesse da qualunque connessione Internet.

    Il social bookmarking ha numerosi vantaggi anche rispetto ai tradizionali motori di ricerca. Nei sistemi di social bookmarking la classificazione di risorse si basa su etichette (tag) create da esseri umani, che "comprendono" il contenuto del sito catalogato. Poiché la gente cataloga risorse che ritiene utili, i siti web di maggior interesse e valore sono segnalati da un alto numero di utenti. Di conseguenza, un simile sistema "collocherà" una risorsa in base alla sua utilità "percepita".

    Ed è in base a questo principio di qualità, ma anche di utilità, che invitiamo tutti gli Opsiani ad attivarsi un account su uno dei social bookmarking presentati e ad inserire e condividere le discussioni e gli articoli preferiti, utili o comunque ritenuti di rilievo!

    Basterà cliccare sull’icona dello specifico social network e la pagina web vi verrà aggiunta al vostro elenco di risorse web preferite.
    Nell’archiviare questa risorsa, potrete attribuire parole chiave, così da facilitarvi poi la successiva ricerca, ma anche la condivisione di elenchi di siti web di altri Opsiani

    Ed in più anche la community di OPs ne gioverà in quanto – nel corso del tempo – potranno emergere le risorse maggiormente apprezzate e segnalate dai partecipanti nei propri elenchi

    metto anche il filmato di spiegazione perchè è bellissimo e chiarissimo
    (non so l'audio ma io capivo anche solo guardando, con le casse spente)


    Edited by _Nicoletta - 1/11/2008, 22:38
     
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  4. _Nicoletta
     
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    Wiki è un termine hawaiano che letteralmente significa "molto veloce". La principale caratteristica dei Wiki è quella di poter creare pagine web senza specifiche conoscenze tecniche, in maniera collaborativa. Wikipedia è una particolare e molto conosciuta forma di Wiki, strutturata come un'enciclopedia ipertestuale, che è diventata uno dei principali strumenti di creazione e "condivisione del sapere dal basso" (D.De Kerchove)

    un video esplicativo
    San U tube!!!!! :love:


    Link una spiegazione di rici Blog ingenuo

    la spiegazione di Wikipedia, il wiki più famoso ^_^

    Edited by _Nicoletta - 1/11/2008, 09:22
     
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  5. IV° Multipass
     
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    Privacy

    non esiste una parola equivalente in italiano e forse per questo spesso abusata

    [...]termine inglese traducibile all'incirca con riservatezza, è il diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata: the right to be let alone, secondo la formulazione del giurista statunitense Louis Brandeis che fu probabilmente il primo al mondo a formulare una legge sulla riservatezza, insieme a Samuel Warren (si veda il loro articolo The Right to Privacy, in "Harvard Law Review", 1890). Brandeis fu ispirato dalla lettura dell'opera di Ralph Waldo Emerson, il grande filosofo americano, che proponeva la solitudine come criterio e fonte di libertà.

    La privacy si traduce spesso (nella sua originaria accezione difensiva) nella capacità di una persona (o di un gruppo di persone), di impedire che le informazioni che la riguardano diventino note ad altri, inclusi organizzazioni ed enti, qualora il soggetto non abbia volontariamente scelto di fornirle.

    Il termine privacy, concetto inizialmente riferito alla sfera della vita privata, negli ultimi decenni ha subito un'evoluzione estensiva, arrivando a indicare il diritto al controllo sui propri dati personali.

    La recente diffusione delle nuove tecnologie ha contribuito ad un assottigliamento della barriera della privacy, ad esempio la tracciabilità dei cellulari o la relativa facilità a reperire gli indirizzi di posta elettronica delle persone.

    Oggi la privacy — intesa come "sovranità su di sé", nell'accezione nuova di tale concetto, non limitato, come in passato, ad un diritto alla "non intromissione nella sfera privata" — si pone quale indiscutibile strumento di salvaguardia della libera e piena autodeterminazione dell'individuo.

    Il riconoscimento del diritto alla privacy dell'individuo si pone dunque quale indiscutibile strumento per la salvaguardia della sua libera e piena autodetrminazione.

    Privacy non è infatti soltanto il sacrosanto diritto a che nessuno invada il "nostro mondo" precostituito bensì è anche l'altrettanto sacrosanto diritto a che ciascuno possa liberamente esprimere le proprie aspirazioni più profonde e realizzarle, attingendo liberamente e pienamente ad ogni propria potenzialità[...]
     
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  6. _Nicoletta
     
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    Spam


    Il termine Spam è oramai, tristemente purtroppo, noto a tutti; esperti e non, la sua origine è riconducibile ad uno sketch dei Monty Python, dove la cameriera di un locale offriva solamente piatti a base di spam (un tipo di carne in scatola).
    “Da dove viene questa roba?” e “Come hanno fatto ad avere il mio indirizzo?”

    Lo spam è noto ormai che sia in mano a criminali ben organizzati (a volte pure troppo, direi…), che per la maggior parte si affidano a strumenti automatici per diffondere spam su forum e blog . In particolare lo spam sui blog viene chiamato splog (spam + blog) e viene attuato inserendo commenti inutili ed assolutamente fuori tema che contengono link al sito dello spammer

    Uno di questi programmi, in vendita a soli 450 € (assistenza online compresa, ovviamente…), che per uno spammer son meno di bruscolini; permette allo spammer di inviare spam per blog (splog) e forum eludendo molte tecnologie di protezione (ad esempio i cosidetti captcha che tutti avranno già incontrato: le immagini con numeri e lettere da inserire prima di aggiungere un commento)

    C’è anche una guida online al programma, per facilitarne l’apprendimento…

    Che altro aggiungere…

    No comment…forse

    Fonte: Gianni Amato
    Se vi dico Egitto, cosa vi viene in mente? Personalmente le piramidi, i faraoni, la sabbia, dune, cammelli, ecc…. ed anche lo splendido film (o meglio gli splendidi film, visto che il sequel - La mummia 2 - forse è addirittura migliore del primo ed oggigiorno questo capita raramente…) dal quale è tratta la splendida immagine di questo post; bene ecco il rovescio della medaglia che riguarda l’Egitto.

    Chi crede che lo spam sia peculiarità dell’email o comunque Internet in generale, si dovrà ricredere: i primi di gennaio - precisamente il 4 gennaio - ricevo il seguente sms:

    ” InSEGRETERIA ci sono messaggi per te. Chiama da fisso al 899878792,info e costi inSEGRETERIA.com ”

    Il numero da quale giungeva questo splendido sms era 0020105996500, cercando sul web (ad esempio su paginebianche.it ) si trova che il prefisso internazionale 0020 corrisponde all’Egitto

    Tutto era molto sospetto:

    - il mittente con prefisso internazionale (non sapevo fosse internazionale ovviamente prima d’andar sul web, non sono un elenco ambulante :) ; comunque il sospetto è scattato vedendo un numero diverso dal solito ed insolitamente lungo)

    - un 899 per consultare la segreteria

    - la presenza di un sito web, caratteristica comune ai messaggi di spam

    Sul web non si trovavano, all’epoca del ricevimento del sms, molti riscontri. Ora si trovano alcuni post che ne parlano: mobileblog, o facendo riferimento ad un sms simile ne parlano pc-facile.com e PrimaDaNoi

    Questi siti (ed altri) però non consigliano alcune cose da fare subito (o meglio non fare) appena si ricevono sms del genere :

    - non chiamare il numero dal quale giunge il messaggio

    (molto spesso è anche inutile - a parte a far spender euri :) essendo un numero internazionale - visto che potrebbe essere un provider gratuito che si occupa d’inviare gli sms -
    i cosidetti SMSC, Short Message Service Center, - che comunque dovrebbe avere registri dei mittenti degli sms incriminati…)

    - non chiamare l’899 (è universalmente noto che sono spillasoldi…)

    - non visitare il sito insegreteria.com (e le sue varianti: .net, .com ed altre….ci vuole poco a creare un dominio nuovo su internet….)

    Il messaggio è chiaramente una truffa (l’sms, essendo un 899, costa 15 euro…), il sito in questione è un sito d’incontri online che una volta abbonati, per ogni servizio chiede di telefonare a 15 euro al colpo
    trovato nel Blog di Sleipnir

    Una piaccola guida contro lo spam
    Antispam in poche drastiche parole

    * I rimedi, anche quelli a pagamento, non funzionano se non marginalmente.
    * L'unica cosa che funziona è fare in modo che il vostro indirizzo non finisca in mano agli spammer (come spiegato più avanti).
    * Se siete colpiti dallo spam, l'unica cosa che potete fare è cambiare indirizzo.
    * ECCEZIONE: se lo spammer è italiano, potete mandargli una diffida piuttosto efficace e, se necessario, procedere alla denuncia.

    Questa è una guida volutamente semplificata in modo da renderla utilizzabile da utenti con qualsiasi livello di preparazione. Ci sono molti siti dedicati agli utenti esperti che descrivono eccellentemente varie tecniche antispam evolute che complementano o estendono quelle elementari riassunte qui:

    * Le pagine antispam di Leonardo Collinelli (http://www.collinelli.net/antispam)
    * Le pagine antispam di Massimo Cavazzini (http://www.maxkava.com/spam/spam_intro.htm)


    Cos'è veramente lo spam

    Lo spam non è semplicemente una scocciatura che si elimina cancellandolo.

    * Porta pornografia in casa e in ufficio (Spiega!)
    * Porta truffe e virus (Spiega!)
    * Intasa la Rete (Spiega!)


    e dal blog di ricir
    aggiungo questo

    Pozzo organizzato (spam da ridere)
    Inserito da ricir il Lun, 15/05/2006 - 17:58

    Oggi ho ricevuto tramite il feedback del sito questo interessante spam (per tre volte!):

    Subject: Luogo che de Nizza avete! Pozzo organizzato e con molte informazioni. Grazie!

    Testo: vuoto

    Nel subject c'è anche un indirizzo http inesistente. Mi domando il senso di uno spam come questo. Avete indovinato?

    La prima frase è quasi certamente la traduzione (automatica o manuale?) di qualcosa come:

    "What a nice site you have!" dove:

    Nice = Nizza

    Site = luogo

    E il pozzo organizzato? Beh, in inglese pozzo si dice "well", quindi probabilmente:

    "Well organized and with a lot of information".

    Follie dello spam e della traduzione.

    Per chi non lo sapesse, gli spammer dei blog usano sempre frasi di quel genere lodando le qualità del blog, nella speranza che il blogger pubblichi.

    Update: guardando in Google Groups vedo che lo stesso messaggio sta arrivando sui newsgroups.

    Update 17-5: guardando in Google ora ci sono moltissimi siti bersagliati dal Pozzo organizzato. Sembra che se la prenda di mira soprattutto i "Libri degli ospiti" ossia le sezioni dei siti dove è possibile esprimere a chiunque un proprio parere o suggerimento. Anche per me è stato così.

    Edited by _Nicoletta - 1/11/2008, 09:22
     
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  7. _Nicoletta
     
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    Incollo ancor auna cosa importante:

    Usate e fate usare SEMPRE la "copia carbone nascosta"

    C'è la cattiva, cattivissima abitudine di usare la "copia carbone" o "CC" per mandare lo stesso messaggio a più persone. Con la copia carbone, ogni destinatario vede gli indirizzi degli altri destinatari, e già questa è una scortesia.

    La cosa peggiore è che la copia carbone viene usata anche per distribuire le catene di sant'Antonio: è per questo che certi appelli viaggiano accompagnati da centinaia di indirizzi. Quando un messaggio del genere cade nelle mani di uno spammer (ad esempio perché viene pubblicato in un forum o newsgroup), per lui è festa grande: centinaia di indirizzi freschi freschi, pronti per essere "spammati" fino allo spasimo.

    In realtà esiste una variante della "copia carbone" che si chiama "copia carbone nascosta" (CCN) o BCC (dalle iniziali dell'equivalente inglese blind carbon copy) ed ha l'immenso pregio di nascondere gli indirizzi dei destinatari. Nessun destinatario vede gli indirizzi degli altri.

    Purtroppo in molti programmi (Outlook, per esempio) questa variante è stata nascosta (non chiedetemi perché), e così pochi ne sono a conoscenza. Imparate ad usarla e fatela usare a chi conosce il vostro indirizzo di e-mail: in questo modo ne limiterete la diffusione.
     
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  8. _Nicoletta
     
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    Parole "spammate"
    La maggior parte dello spam, fino all’80%, sfrutta trucchi di offuscamento per cercare di celare le parole

    Gli esperti dei laboratori di Sophos, hanno pubblicato un report sulle parole più comunemente usate dagli spammer nei messaggi pubblicitari, ma non riconosciute come spam dai software antispam.

    'Gli spammer hanno un dilemma' ha dichiarato Graham Cluley, senior technology consultant in Sophos. 'Vogliono vendere certi prodotti o includere determinate frasi nelle loro e-mail spam, ma sanno anche che molte persone hanno filtri in grado di trovare queste parole e di eliminarle automaticamente. Per questo motivo utilizzano l’ 'offuscamento' per cercare di nascondere le parole ad un software antispam.'

    I ricercatori Sophos hanno scoperto che la maggior parte dello spam fino all’80%, sfrutta trucchi di offuscamento per cercare di celare le parole, in modo tale che possano eludere i software antispam sul gateway di posta. Questi trucchi possono essere semplici come uno sbaglio deliberato nella computazione di una parola o come l’utilizzo di uno zero al posto della lettera 'o', oppure tanto sofisticati da sfruttare un’e-mail HTML.

    Comunque, i software antispam sofisticati possono rilevare lo spam che contiene deliberatamente parole e frasi offuscate e impedirgli di raggiungere le caselle di posta degli utenti. Per esempio, Sophos PureMessage può rilevare più di 5.600.000.000 modi differenti di offuscare la parola "Vi@gra" nelle e-mail spam.

    I SophosLabs analizzano una lista di parole basata sul livello di frequenza con cui queste vengono usate nelle e-mail spam per determinare quali parole sono state offuscate più comunemente. I SophosLabs stimano che oltre il 30% dello spam ricevuto contenga URL in relazione con messaggi pubblicitari collegati alla salute, come le offerte di medicinali, mentre più del 20% degli URL ricevuti presenti un contenuto offensivo all’interno dei messaggi, e che invece le parole con riferimenti esplicitamente sessuali costituiscano il 14% delle prime 50 presenti nella lista.

    'La lista delle parole più comunemente nascoste dagli spammer ai software antivirus rivela che la maggior parte dello spam riguarda temi quali soldi, droga e sesso,' ha affermato Cluley. 'Non è solo essenziale che la gente continui ad aggiornare il proprio software antivirus, ma che impari anche una serie di soluzioni veloci, e soprattutto che resista alla tentazione di acquistare attraverso e-mail spam. Gli spammer sono dei criminali, puri e semplici. Se nessuno rispondesse alle e-mail indesiderate e comprasse i prodotti venduti in questi messaggi, allora lo spam si estinguerebbe come è successo ai dinosauri.'
     
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  9. _Nicoletta
     
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    Avatar

    Cosa sono gli avatar?

    La parola avatar deriva dalla metafisica indiana e significa reincarnazione. ah però... :paper:

    Il nostro alter ego virtuale nei mondi attivi è l'avatar.
    Un avatar è la nostra rappresentazione, la nostra immagine in Active Worlds, è il modo in cui gli altri utenti ci percepiscono.
    Gli avatar possono avere l'aspetto di una persona, di un animale oppure anche di un oggetto.
    Tra i tanti tipi di avatar è possibile scegliere il personaggio che più ci si adatta, che sentiamo più vicino alla nostra personalità, o a ciò che vogliamo apparire.

    1° L'AVATAR è molto di più di una semplice immagine...

    Chi naviga nel Web sa bene che l'avatar è un'immagine scelta dall'utente per rappresentare se stesso.

    Metaforicamente, potremmo pensare all'avatar come ad una maschera da indossare per recarsi ad un ballo rituale o carnevalesco, dove ognuno nasconde misteriosamente la propria identità.

    L'avatar può essere la foto di un animale o il disegno di un personaggio dei fumetti, ma può trattarsi anche di oggetti, icone, immagini astratte e (perché no?) foto di se stessi. Insomma, nel scegliere un avatar, non si pongono limiti alla fantasia!

    Eppure, non tutti sanno che la parola Avatar (d'ora in poi è necessaria la lettera maiuscola!) ha le sue radici nella religione induista, e sta ad indicare l'assunzione di un corpo fisico da parte della divinità. Nello specifico, la parola in questione deriva dal sanscrito e significa letteralmente "disceso": il Dio, facendo la sua discesa sulla Terra, si manifesta incarnandosi in un corpo materiale.

    Vishnu, ad esempio, ogni volta in cui è necessario ristabilire la giustizia divina o sconfiggere le forze demoniache, si incarna. I suoi due principali Avatar sono Rama e Krishna, ma per essere precisi, Vishnu avrebbe ben dieci Avatar: Matsya (il pesce), Kurma (la tartaruga), Varaha (il cinghiale), Narasimha (metà leone e metà uomo), Vamana (il nano), Parashurama (l'abitante della foresta), Rama (il principe del regno di Ayodhya), Krishna (lo scuro o il nero), Buddha (l'Illuminato, che, tuttavia, per i buddisti non sarebbe un Avatar) e Kalki (un cavallo bianco che rappresenterebbe il distruttore della malvagità). Il significato di ogni Avatar è strettamente collegato all'evoluzione della vita e dell'umanità.

    Secondo la filosofia New Age, infine, anche Gesù (il Dio fattosi uomo), sarebbe un Avatar di Dio.

    2° Serve a dare una immagine di come sei fatto in poche parole...
     
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  10. _Nicoletta
     
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    Ex libris

    dal sito di anna aquilini
    "Dai libri di..." è il significato della locuzione latina.
    La sua origine risale a circa cinque secoli fa con la nascita del libro. Infatti, questi bigliettini di carta, delle dimensioni simili a quelli da visita, venivano commissionati agli artisti, che li decoravano con raffinatezza e incidevano il nome del proprietario del libro, rivelandone così la sua professione e le passioni.
    Originariamente l'ex libris trova collocazione sul risguardo del volume, ma può essere posto anche in seconda copertina, la pagina del libro che rimane bianca.
    L'ex libris, quindi, è una forma elegante per dire: "Questo libro è di mia proprietà".


    Edited by _Nicoletta - 1/11/2008, 09:37
     
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  11. _Nicoletta
     
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    Cos'è l'Open Source


    dal sito del Moodle dell'uni di Trieste
    :uei: pubblicità subliminale????
    Per farvi andare lì??? :magia:

    :paper:... :canto: semplici illazioni! :adv:
    :rotfl:



    Si verificano strane cose al mondo. Quando un artista finisce un'opera, automaticamente non è più sua. Quando un falegname finisce una sedia, anche questa non è più sua. Quando un programmatore finisce un programma, questo resta suo per sempre.

    Perché?

    Prima di discutere su cosa sia l'open source bisogna spiegare cosa significa "source": i computer non capiscono il linguaggio umano, ma solo un tipo particolare che prende il nome di Linguaggio macchina.
    Il linguaggio macchina è quasi incomprensibile all'essere umano perché composto, in buona sostanza, di numeri variamente ripetuti, ma la sequenza di quei numeri riesce a dire a un computer cosa fare, tramite semplicissime operazioni (in sostanza somme, rimandi, controllo dei dispositivi).

    Se per programmi molto piccoli è possibile "digitare" direttamente una codifica 1 a 1 con dei simboli comprensibili, nota come linguaggio Assembler, appena si supera qualche centinaio di operazioni base diventa quasi impossibile.

    Si usano allora dei linguaggi cosiddetti "ad alto livello", comprensibili se non all'uomo almeno all'informatico, che vengono poi tradotti in linguaggio macchina attraverso dei sistemi automatici che prendono il nome di compilatori o interpreti, a loro volta programmi.

    Il codice scritto nel linguaggio ad alto livello prende il nome di Codice Sorgente.

    Nei linguaggi interpretati, le istruzioni vengono tradotte in linguaggio macchina e immediatamente eseguite una per volta, in successione, senza che venga conservato il risultato della conversione.

    Nei linguaggi compilati invece l'intero codice viene trasformato in linguaggio macchina e il risultato, che prenderà il nome di Codice Oggetto - o eseguibile - salvato in via definitiva.

    Ciò che normalmente prende il nome di programma è proprio il codice oggetto o eseguibile ed è l'insieme delle istruzioni in linguaggio macchina che si ottengono dalla compilazione del codice sorgente.

    E' facile capire come trasformare una cosa complessa in una lista di istruzioni base sia abbastanza semplice, mentre viceversa, in totale assenza di simbologie comprensibili all'uomo - che nella compilazione vanno perse - l'operazione inversa (che prende il nome di reverse engineering) risulta se non impossibile, quanto meno del tutto inutile ai fini della modifica o comprensione del funzionamento del programma, quando non espressamente vietato da norme e leggi.

    Se io scoprissi un errore in un programma, ad esempio di contabilità che calcola l'IVA al 21% invece del 20, potrei solo rimettermi alla bontà dei programmatori - che sono in possesso del Sorgente - chiedendo loro di modificare il programma e darmi il nuovo eseguibile, ammesso e non concesso che tale correzione sia di interesse e convenienza per l'azienda produttrice del software che potrebbe richiedermi anche un pagamento aggiuntivo per il lavoro richiesto.

    Ma se io fossi un programmatore esperto e avessi a portata di mano il codice sorgente sarei in grado di correggere l'errore da solo, magari poi restituendo il prodotto corretto alla casa di produzione stessa.

    Ma non solo: potrei anche avere voglia di cimentarmi in estensioni del prodotto che ne migliorino le caratteristiche oppure - magari - sono semplicemente interessato a scoprire come vengono effettuate certe operazioni di calcolo.

    Tutto ciò non è possibile se non si dispone del codice sorgente.

    Non basta: si attuano comunemente delle politiche commerciali che prevedono non la cessione del software all'acquirente ma solo il permesso di utilizzarlo per un certo tempo.

    Queste politiche prendono il nome di Licenze d'Uso e fanno sì che io non possa fare null'altro con quel software se non usarlo per come l'azienda impone contrattualmente e basta.

    Per assurdo quando si acquista un computer sono anche obbligato a usare il sistema operativo che mi forniscono, pena lo scadere della garanzia.

    La filosofia Open Source, il cui guru è Richard Stallman, vede la programmazione come forma di espressione dell'intelletto umano e quindi come tale propria dell'umanità, similmente alla storia e alla cultura.

    Se compro una sedia e voglio tagliarci una gamba e poi appenderla come lampadario con delle candele sotto posso farlo. Perché non posso agire così con il software?

    Vengono quindi dettate alcune regole che diano il massimo grado di libertà in una visione di collaborazione che abbraccia tutto il mondo:

    - Libertà di acquisire il software, ossia diventa mio e ci faccio ciò che voglio, anche installarlo su più computer;
    - Libertà di studiarlo;
    - Libertà di modificarlo, estenderlo e migliorarlo, magari con preghiera di rimessa in circolo;
    - Libertà di decidere il prezzo.

    Affinché i programmi possano offrire tali libertà, abbiamo visto, devono però essere forniti in forma di codice sorgente: da qui l'espressione Open Source, sorgente aperto.

    Oggi ci sono programmi open source per tutti i tipi di applicazione, alcuni molto blasonati e validi talvolta anche più dei corrispondenti a sorgente chiuso, altri in fase ancora acerba.

    Ma per tutti questi ho la libertà di provarli, ispezionarli, distribuirli, studiarli, modificarli, migliorarli, copiarli senza violare alcuna legge o essere soggetto a continue richieste di pagamento solo per politica economica della casa produttrice. In sostanza, sono totalmente miei.

    Tra i prodotti open source più validi o blasonati possiamo elencarne alcuni molto interessanti:

    - Google si basa su piattaforme quasi interamente open source
    - Una di queste è il famoso "Linux", un sistema operativo a finestre che può essere usato in sostituzione a Windows
    - OpenOffice: un sistema di elaborazione testi, foglio di calcolo, presentazioni eccetera
    - VLC o mplayer per guardare e convertire musica, audio e filmati
    - Cinelerra e Cinepaint, usati anche da Dreamworks, LucasArts e Disney per montare video o fare effetti speciali
    - Firefox e Thunderbird, rispettivamente un browser web e un ottimo programma di posta elettronic
    - Apache, BIND, PostFix, MySQL, alla base di una percentuale di oltre il 70% dei siti web e provider mondiali
    - molti molti altri...

    Prima di concludere è necessaria però una piccola/grande precisazione: spesso si pensa che i prodotti open source siano gratuiti e quindi di minore qualità.

    Rispondo:

    1) da nessuna parte sta scritto che debbano essere gratuiti. Ve ne sono molti a pagamento con la differenza che una volta acquistati sono totalmente miei.
    2) Secondo voi risolvono prima i problemi i 100-1000 programmatori di una software house basata sul profitto o i milioni di operatori nel campo open source che collaborano ogni giorno a produrre software sempre migliore fuori dagli schemi della mera economia personale?

    per esempio open office è open souce :uei:
     
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  12. _Nicoletta
     
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    FEED

    A cosa serve questa roba?


    I feed (si pronuncia fììd) sono un modo per ricevere un avviso automatico quando un sito o un blog viene aggiornato; così non occorre visitarlo ripetutamente per sapere se per caso ci sono novità.

    Nel mio caso specifico, sto incontrando difficoltà sempre maggiori nel recapitare la mia newsletter a causa dei filtri antispam troppo zelanti, per cui il feed diventa un'alternativa molto efficace: basta impostare Firefox o un altro browser in modo che riceva il feed del mio blog (collegato alla newsletter) per essere avvisati praticamente in tempo reale quando scrivo qualche nuovo rantolo, senza problemi di antispam. In Firefox, si crea un pulsante di accesso rapido, cliccando sul quale compare un menu contenente i titoli delle ultime notizie pubblicate dal sito scelto: cliccando sui titoli si viene portati alla pagina Web corrispondente.

    Se hai Firefox e vuoi ricevere i FEED
    qui ci sono alcune istruzioni Il Disinformato

    image

    L’RSS è un linguaggio di marcatura basato sull’XML.

    Un feed RSS è un file di testo che contiene le informazioni per reperire le ultime risorse inserite in un sito web (come un titolo, una breve descrizione ed un link per fruire della risorsa) o anche le risorse per esteso. In quest’ultimo caso il feed RSS non è solo un utile strumento messo a disposizione da un webmaster a dei potenziali utenti, ma un modo alternativo per divulgare contenuti.

    Solitamente, quindi, un feed RSS è utilizzato dagli utenti per essere informati in tempo reale sugli aggiornamenti di un sito web.
    Come si legge un feed RSS?
    I feed reader

    I lettori di feed sono programmi da scaricare ed installare sul proprio computer. Eccone alcuni:

    * FeedReader lettore di feed per Windows, essenziale e semplice da utilizzare.
    * NetNewsWire per Mac.
    * Straw per Linux.
    * RSSOwl, disponibile per tutti i principali sistemi operativi.

    I web aggregator

    Oltre ai programmi scaricabili, esistono programmi utilizzabili attraverso il web, col vantaggio di poter visualizzare i vostri feed preferiti in qualsiasi momento e da qualsiasi computer.

    I web aggregator più famosi sono:

    * Bloglines.
    * News Gator
    * Google Reader, il reader di Google (per utilizzarlo occorre un account Gmail).
    * Mio Yahoo!, il reader di Yahoo! (anche in questo caso occorre un account di posta con Yahoo!).

    Estensioni e plugin

    Sono programmi che aggiuncono la funzione di feed reader al browser con cui navigate. Se utilizzate Mozilla Firefox potete provare con Sage.
    Altre risorse

    Se volete approfondire l’argomento dei feed RSS c’è l’ottimo RSS World, risorsa esaustiva ed in italiano dedicata a questo formato. Contiene materiale adatto ad ogni livello.

    Se non vi è ancora chiaro come utilizzare i feed RSS, potete chiedere maggiori informazioni nei commenti di questa pagina.

    da terenzani.it ---> E' scritto ENORME come piace a Chiara :)

    Link a Wikipedia



    articolo su uilcabapv.it

    articolo su rss-world

    articolo su justshopping.it
     
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  13. _Nicoletta
     
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    User deleted


    INTERNET


    E'il mezzo di comunicazione di massa più “nuovo”, il cui sviluppo si è affermato negli ultimi anni e che probabilmente riserva ancora molte sorprese a livello di contenuti, forme e, soprattutto, di possibili usi.
    Dalla sua comparsa, si è aperta una nuova era nella comunicazione globale.
    Anche se è soltanto nella seconda metà del 1900 che si entra nella vera e propria era di Internet, concettualmente, la nascita della “rete” si può far risalire addirittura alla metà del
    secolo precedente, l’Ottocento. Fu allora, infatti, che Ada Byron (figlia del poeta, nota
    come Lady Lovelace), si interessò agli esperimenti di Charles Babbage con la cosiddetta
    difference engine, intuendo che lo sviluppo dell’informatica avrebbe potuto portare non
    soltanto alla nascita di macchine calcolatrici, ma addirittura a strumenti di informazione e
    comunicazione.

    LE TAPPE
    Dalle intuizioni ottocentesche ai primi sviluppi concreti ci vollero circa cent’anni. Un progetto in tal senso viene presentato nel 1945 da Vannevar Bush, vicepresidente del Massachussets Institute of Technology, che propone un sistema capace di costruire una rete mondiale di condivisione della conoscenza, chiamato Memex. Il progetto non trova realizzazione, ma ispira alcuni degli sviluppi che prendono forma in seguito.
    Nel 1958 viene costituita l’Advanced Research Project Agency (ARPA), dietro diretta iniziativa del presidente Eisenhower e del Ministero della Difesa degli Stati Uniti.
    Nel 1964 una proposta pubblicata da Paul Baran delinea i principi del concetto di networking che più tardi prenderà il nome di Internet.
    Un anno più tardi, nel 1965, Ted Nelson introduce il termine hypertext (ipertesto) per definire un linguaggio che permetta una gestione articolata dei contenuti.
    L’iniziativa più concreta è però quella dell’Arpa, che dal 1965 studia le possbilità del networking e nel 1969 lancia il progetto ArpaNet. Dato che l’Arpa era un’agenzia del Ministero della Difesa, alcuni hanno ritenuto di poter dedurre che si trattasse di un progetto con obiettivi prevalentemente militari. Si stabilisce un collegamento con quattro istituti universitari: l’Ucla a Los Angeles, L’Ucsb a Santa Barbara, lo Stanford Institute e ll’Università dello Utah; si definisce inoltre il primo protocollo di collegamento l’Ncp (Network Control Protocol).
    Proseguiamo con la nostra “carrellata” storica.
    Nel 1971 nasce un nuovo sistema di posta elettronica, quello che oggi conosciamo come e- mail.
    Nel 1972 viene adottato l’uso del segno @ (at), che in italiano è chiamato “chiocciolina”.
    Sempre nel 1972 viene costituito l’Inter Networking Group per definire gli standard della comunicazione in rete.
    Nel 1973 vengono attivati i primi collegamenti internazionali del sistema ArpaNet, con l’University College i Londra e con Norsar in Norgevia.
    Nel 1974 nascono Telnet, il primo sistema che permette a chi ha accesso a un servizio nella rete di collegarsi con un altro, e il protocollo Ftp (File Transfer Protocol) per il trasferimento dei file, ancora oggi in uso.
    Nel 1977 Dennis Hayes inventa il modem.
    Nel 1982, a Pisa, si stabilisce il primo collegamento in Italia al sistema di reti che prenderà poi il nome Internet.
    Vediamo quali sono le tappe ulteriori di questa progressiva evoluzione.
    Nel 1985 i criteri della netiquette, cioè del corretto comportamento in Internet, che circolavano in rete già negli anni ’70, trovano una definizione formale.
    Sempre nel 1985 si sviluppano le prime mailing list, cioè le aree di dialogo e dibattito basate sull’e-mail.
    Nel 1988 nasce l’Irc (International Relay Chat) sistema che fornisce la possibilità di interconnessione delle linee chat.
    Nel 1989 Tim Berners-Lee presso il Cern di Ginevra sviluppa l’idea e le soluzioni da cui nasce il sistema World Wide Web.
    Nel 1993 Marc Andreesen rende disponibile in rete Mosaic, il primo browser (un anno più tardi, insieme a Jim Clark, svilupperà Netscape).
    Agli inizi degli anni ’90, è la volta dei quotidiani on line.
    Il primato spetta al “San Jose Mercury News”, che nel 1993 è il primo quotidiano in rete.
    In Italia, nel 1994 è “L’Unione sarda” (che sarà seguita da Il Manifesto nel 1995, La Repubblica e Il Sole 24 Ore nel 1996, La Stampa e Il Corriere della Sera, nel 1998).
    I primi accessi a Internet aperti a tutti divengono disponibili in Italia alla fine del 1994, ma il vero e proprio “boom” delle connessioni si ha tra il 1998 e il 2000.

    LA RETE
    La rete Internet è in primo luogo uno strumento di comunicazione. Proprio come la rete telefonica, Internet nasce per consentire uno scambio di informazioni, dello stesso tipo di quelle che un qualunque personal computer è in grado di utilizzare e manipolare: testi scritti, ma anche immagini, suoni digitalizzati (trasformati in lunghe di 0 e 1, con procedimenti analoghi a quelli che, per esempio, vengono utilizzati per i Cd musicali) e programmi.
    Internet è dunque simile a una rete telefonica, nata per far comunicare fra loro dei computer. Ma dietro le tastiere e gli schermi dei computer collegati alla rete – non dimentichiamolo – ci sono sempre le persone, ed è questo il dato che apre il campo a ulteriori osservazioni.

    Proprio perché dietro i computer ci sono delle persone, considerare Internet soltanto come una rete di computer dalle grandi potenzialità tecnologiche sarebbe riduttivo: Internet è anche – o, forse, soprattutto – una rete di persone collegate attraverso i computer.
    Questo è un dato importantissimo, che si deve tenere presente per comprendere quella che probabilmente è la fondamentale caratteristica di Internet: essere insieme una risorsa informativa e un luogo di interazione culturale, sociale, economica.
    L’OFFERTA
    Una prima caratteristica specifica di Internet è l’abbondanza di informazioni di ogni genere che è possibile reperire navigando in rete. Ed è un’abbondanza offerta a tutti, che non è subordinata a gerarchie, che non richiede particolari competenze necessarie, che avviene in uno spazio trasparente”, almeno nell’accesso. :iuppi:

    Ogni scambio di comunicazione è una forma di interazione sociale, e la rete è dunque luogo di molte interazioni sociali. Nell’uso di Internet si sono affermate alcune tipologie in particolare.
    Una delle forme più utilizzate è lo scambio di posta elettronica, l’e-mail.
    Dal punto di vista concettuale, un messaggio di posta elettronica ha qualche affinità con la “normale” lettera inviata attraverso i tradizionali canali di posta, ma con una velocità di trasferimento dell’informazione e una semplicità di uso che riducono i tempi e consentono una comunicazione più immediata (anche se spesso meno “pensata” rispetto alla forma epistolare).
    Un’altra forma consentita dalla rete è quella dei newsgroup e delle chat.
    I newsgroup sono delle “bacheche elettroniche”, dedicate ciascuna a un argomento specifico.
    per esempio unipsi è così :paper:Chiunque può accedervi per leggere i messaggi lasciati dagli altri e inserirne a propria volta altri.
    Le chat sono invece spazi di “discussione” (virtuale) simultanea tra diversi interlocutori, di gran moda soprattutto tra i giovanissimi. Ciò che viene digitato sulla tastiera compare sui video degli altri partecipanti, che possono rispondere – attraverso la propria tastiera – in tempo reale. La comunicazione avviene tra persone in carne e ossa, che però nella comunicazione virtuale possono assumere identità assai differenti da quella vera, con un nome fittizio (il nickname). Per alcuni versi, si tratta di una sorta di “gioco di ruolo”.
    Le nuove modalità comunicative favorite da Internet consentono la nascita di vere e proprie “comunità virtuali”, che prescindono dal contatto di persona fra i singoli, e stabiliscono relazioni “elettroniche”.
    Persone residenti nelle varie parti del pianeta si possono “incontrare” in rete in tempo reale, in un newsgroup, in uno spazio dedicato o in una chat, per discutere di problemi sia personali sia di lavoro, chiacchierare, o giocare insieme.
    Attraverso gli strumenti telematici, queste persone possono addirittura arrivare a conoscersi a fondo, con un coinvolgimento emotivo e non di rado affettivo; e questo, nella maggior parte dei casi, avviene senza che si siano mai incontrate di persona.

    Per supplire alla mancanza di informazioni non verbali si sono sviluppati specifici linguaggi. Piccoli espedienti della comunicazione virtuale sono, per esempio, gli “emoticons”, simboli convenzionali che cercano di trasferire nella comunicazione scritta segnali emotivi veicolati generalmente dai tratti sovrasegmentali e gestuali della comunicazione.

    da lez 10 Bettetini TEORIA E TECNICHE DELLE COMUNICAZIONI DI MASSA

    Edited by _Nicoletta - 1/11/2008, 09:33
     
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  14. _Nicoletta
     
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    Approfitto di queste belle spiegazioni per aggiornare questo post


    Cos’è l’HTML?

    L’HTML è il linguaggio in cui sono scritte le pagine su internet.
    I browser (Internet Explorer, Firefox, Opera) interpretano l’HTML e permettono all’utente di visualizzarlo.
    E’ un linguaggio molto semplice, che si basa sul racchiudere il testo da visualizzare all’interno di tag.
    Ecco un esempio di come si usa il tag b, che viene usato per visualizzare il testo in grassetto:
    <b>Testo in grassetto< /b>
    Testo in grassetto




    Cos’è il CSS??

    Il CSS è il linguaggio che serve a definire come visualizzare gli elementi dell’HTML.
    Il codice css è sempre racchiuso tra due tag HTML “STYLE”

    Ecco un esempio di codice css
    <style>a {color:red;}< /style>


    qui su questo forum non funziona... :B):





    Cos’è l’URL?

    Un URL è un qualsiasi indirizzo internet, ad esempio www.myspaceeditor.it è un url.

    Per inserire un’immagine sul tuo myspace è necessario che sia pubblicata online e che tu ne conosca l’URL.

    L’URL di un immagine inizia per http:// e termina con .jpg, .jpeg, .gif, .png.
    Esempio:

    http://img399.imageshack.us/img399/2711/best217qx.gif

    Per trovare l’URL di un’immagine clicca con il tasto destro (ctrl+click se usi Mac) e scegli “proprietà “; da lì potrai copiarlo.
     
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  15. _Nicoletta
     
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    Permalink

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


    Un permalink (contrazione della frase inglese "permanent link") è un tipo di URL che si riferisce ad una specifica informazione implementato in modo da non cambiare o almeno per rimanere lo stesso per lunghi periodi di tempo. Il termine è spesso impiegato nell'ambito dei weblog per indicare il link ad un determinato post.

    La stabilità dei link è una proprietà auspicabile quando è probabile che i contenuti vengano citati e ne venga fatto un collegamento da fonti esterne all'organizzazione originale oppure quando nell'ambito della stessa organizzazione la complessità del sito web cresce oltre le poche pagine. In particolare, nell'ambito di grossi siti commerciali gestiti mediante Content Management System che si appoggia ad un database è necessario definire delle politiche di progettazione degli URL e di permanenza dei collegamenti.

    I primi weblog erano costituiti solamente da pagine HTML statiche. Non esistevano collegamenti alle varie voci di per sé; gli utenti erano costretti a scorrere l'elenco per trovare quello che desideravano. Se l'autore era solito inserire molte voci, solitamente una voce specifica rimaneva disponibile solo per pochi giorni. Prima dell'introduzione dei permalink (intorno al 1999), gli utenti del web spesso si accorgevano che gli URL salvati che si riferivano a voci specifiche dopo qualche tempo diventavano inutili. Questo fenomeno divenne particolarmente evidente quando i siti web professionali cominciarono a migrare da schemi di URL interni basati su directory contenenti le pagine web statiche verso uno schema completamente dinamico dove le pagine richieste erano create sul momento a partire dal database contenente le informazioni.

    In questi casi i nomi apparivano quasi senza senso spesso costituiti da numeri interi costituenti l'identificativo interno al database. Quando gli articoli venivano spostati, cancellati o creati la corrispondenza univoca con l'identificativo del database era persa e quindi un collegamento dopo breve tempo non poteva più essere utilizzato facendovi riferimento diretto.

    I permalink sono tipicamente costituiti da stringhe di caratteri che rappresentano data ed ora dell'inserimento e qualche altro identificativo dipendente dal sistema (che include di solito l'URL base e l'autore). Se un articolo viene modificato, rinominato o spostato, il suo permalink rimane lo stesso. Se un articolo viene cancellato, il suo permalink non può più essere riutilizzato.

    I permalink sono in seguito stati affiancati da altre innovazioni come il link tracking ed il link trackback nei weblog o nell'utilizzo dell'RSS o di Atom nei feed.

    I permalink sono supportati nella maggior parte dei sistemi di weblogging e nei software di content syndication system, inclusi Movable Type, LiveJournal, WordPress, Blogger e Il Cannocchiale.

    All'interno di un wiki il permalink contiene solamente l'indirizzo del sito e il titolo della pagina web-articolo, e quindi non identifica univocamente una risorsa, della quale possono esserci diverse versioni. Le altre informazioni contenute in un permalink sono trattate come proprietà della risorsa, visibili in una scheda collegata "Cronologia" che contiene nome dell'autore, indirizzo IP di chi pubblica, data della pubblicazione e indice delle modifiche.

    I formati di permalink più diffusi [modifica]

    Gli autori di software per il blogging o i siti web che ospitano weblog non hanno concordato un unico formato standard per i permalink e non lo faranno mai perché alcune meta-informazioni su un articolo dovrebbero essere ricavate dal flusso RSS associato o dai <meta> tag nell'articolo stesso. In definitiva, anche se le varie di implementazioni di permalink svolgono lo stesso ruolo, le soluzioni adottate sono diverse.

    Movable Type e typepad.com:
    CITAZIONE
    http://<nome utente>.typepad.com/<nome utente>/<anno su 4 cifre>/<mese su 2 cifre>/<nome di 15 caratteri>.html

    Blogspot:
    CITAZIONE
    http://<nome utente>.blogspot.com/<anno su 4 cifre>/<mese su 2 cifre>/<nome dell'articolo>.html

    Wordpress:

    CITAZIONE
    http://<prefisso specifico del sito>/<anno su 4 cifre>/<mese su 2 cifre>/<giorno su 2 cifre>/<nome dell'articolo>/

    LiveJournal / bloglines:

    CITAZIONE
    http://www.livejournal.com/users/<nome utente>/<identificativo univoco>.html

    Formattazione

    Le voci dei blog seguono questo schema:

    * Titolo
    * Data
    * Voce
    * Commenti, permalink e la categoria nella quale la voce è stata inserita (conosciuta come metadata)

    I permalink sono solitamente rappresentati come testo (p.e. "Permalink" o "Collegamento a questa Entry") ma a volte viene utilizzato un simbolo. I simboli maggiormente utilizzati sono il simbolo della sterlina o il "#". In alcuni siti web si può utilizzare un simbolo di "trademark", un asterisco o un trattino. A volte il carattere di trademark è usato come permalink stesso. Recentemente, si è cominciato ad utilizzare il titolo della voce come permalink.
     
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29 replies since 12/10/2007, 13:35   2748 views
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