Argomento per il prossimo Consiglio di Facoltà

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  1. Ginepro
     
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    Ciao a tutti, ho mandato questa lettera su Psicostud. Credo che riguardi un po' tutti noi.


    Due anni fa stavo riflettendo sulla scelta dell'argomento per la tesi e scrissi una mail al prof. James Pennebaker, un'autorità sull'argomento cui ero interessata, docente all'Università di Austin, Texas, che mi rispose DOPO MEZZ'ORA (!!!), con una lunga mail in cui non solo mi forniva dettagliate delucidazioni su alcuni miei dubbi, ma m'incoraggiava con entusiasmo a proseguire nella mia ricerca. Un professore che non mi aveva mai vista né conosciuta, che molto probabilmente non mi vedrà mai, che stava dall'altra parte del mondo, e che probabilmente sarà pure rimasto allibito dal livello del mio inglese.

    Negli ultimi anni e nelle ultime settimane mi è invece capitato di scrivere ai miei professori dell'Università di Trieste e di non ricevere alcuna risposta, neppure dopo due, tre solleciti. E non si trattava di richieste di approfondimento di tematiche relative agli esami, ma di informazioni logistiche indispensabili, non rintracciabili né on-line né in bacheca in via Sant'Anastasio. Informazioni relative, ad esempio, a modifiche apportate ai programmi d'esame per frequentanti e non frequentanti pubblicati in Moodle e mai corretti.

    I nostri professori insegnano in una Facoltà di Psicologia e sono i primi a sapere che la "disconferma", ossia ignorare completamente e non prendere in considerazione l'interlocutore e quanto egli ha detto, è una delle modalità comunicative più deleterie per le relazioni umane. "Deleterie" è un eufemismo: oserei dire più becere. Come è stato fatto notare dai vari Bateson ecc. equivale a dire: "Tu non hai alcun valore, tu non hai alcuna importanza, ciò che dici non ha alcun peso: TU NON ESISTI".

    Propongo quindi ai nostri rappresentanti di sottoporre questo problema al prossimo Consiglio di Facoltà. Propongo di chiedere che i professori rispondano alle mail, almeno quando vengono richieste informazioni indispensabili, e magari non rinvenibili altrove, nei luoghi ufficialmente preposti alla comunicazione tra docenti e studenti.

    Non so voi, ma io pago 1.960 € all'anno di tasse e credo di avere il diritto che i miei professori riconoscano che esisto.

    Saluti,
    G.

     
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  2. vitoc
     
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    :B): Ciao, ovviamente non ho argomenti “tecnici” per quanto tu lamenti, ma solo alcune considerazioni personali, che ormai coltivo da tempo.
    Quanto tu dici, e che condivido, lo vedo a diversi livelli (ho due ragazzi impegnati in quello che presuntuosamente viene definito “percorso formativo”…), una categoria di professionisti, impegnati in prima linea a formare nuove leve per la società (ognuno al suo livello), il più delle volte evanescenti, irraggiungibili, quando non addirittura ostili. Premetto che tengo in considerazione tutti quei fattori che incidono, in modo più o meno rimarchevole, sulla condotta lavorativa dei nostri prof.,a partire dalla scarsa remunerazione, passando a una difficoltosa autonomia gestionale e a degli obiettivi non sempre chiari in un contesto opaco e privo di idealità, per finire nelle difficoltà economiche di una istruzione pubblica sempre più dimenticata e sofferta: ma vorrei aggiungere un paio di considerazioni del tutto personali.
    Mi piace pensare al Prof. Pennebaker come a uno che da bambino sognava di insegnare, e che un giorno avrebbe risposto a una e-mail, proveniente da lontano, di uno studente sconosciuto che però aveva bisogno di lui. Mi piace pensarlo assorto nelle domande dei suoi studenti alla ricerca di quella risposta che possa aprire anima e cervello all’eccitazione del sapere, mi piace saperlo appagato della sua vita e delle sue classi … Credo che per qualche nostro prof. (certamente non per tutti) l’approdo all’insegnamento più che una scelta abbia rappresentato un “ripiego”, un adattarsi alla situazione occupazionale che veniva offerta, un ridimensionamento delle rappresentazioni e delle aspirazioni coltivate e sviluppate nel corso della carriera. Non più il brillante scienziato o l’apprezzato letterato, ma “semplicemente” un insegnante, magari carico di sapere e competenze, di titoli e ricerche, ma senza amore per quegli studenti pieni di domande e difficoltà ai quali solo una relazione piena ed empatica permetterebbe uno studio soddisfacente e proficuo.
    Un rifugiarsi in un sapere dichiarativo e procedurale, tecnico e “freddo”, senza la volontà e il piacere di provarsi/trovarsi, mettersi in gioco, in quel sapere più idiosincrasico, fatto di ricostruzioni del vivere e delle esperienze fatte, che compongono la nostra conoscenza del mondo, condivisa con gli altri.
    So che quello che dico non abbraccia tutta la problematica del rapporto fra studenti e insegnanti, non voleva essere un’analisi ma solo un piccolo pensiero eventualmente da condividere.

     
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  3. _Nicoletta
     
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    Secondo me manca la coscienza di fare bene il proprio lavoro. tanto non mi capiscono, tanto mi sono dovuto adattare, tanto è temporaneo...
    insomma il piacere di fare il proprio dovere e che sia ben fatto
    mi pare che non ci sia a nessun livello. a me a casa l'anno insegnato.
    Non lo misuro con lo stipendio ma con la coscienza.
    Come ho scritto a questa stessa discussione anche su Psicostud.
    Io credo che il diritto ad avere una risposta sia dovuto, anche quello e NON in base a quanti soldi uno studente paga, sennò torniamo nelle classi della scuoal durante il fascismo, in cui come mi raccontavnao i miei genitori chi portava burro, legna o altro al/la maestro/a era coccolato e aveva voti migliori
    chi non aveva scarpe da ginnastica (perchè non aveva proprio le scarpe) venivano chiamati i genitori a scuola.
    Quindi secondo me, ai diritti hanno accesso tutti anche se pagano solo 14,62€ di bollo ^_^

    poi l'esperienza mia è stato contraria
    ho mandato una mail ad un prof americano -cercavo di ricordarmi chi :confuso: ma mi sfugge- e non ho avuto risposta
    mentre dai nostri professori ci sono state sempre le risposte
    a parte il prof Cusano di Psicologia dell'emergenza, che mi ha risposto 1 mese dopo e mi ha semplicemente allegato il programma del corso mente io gli chiedevo se apriva un forum sul moodle ehm mi sa che lui era ... :vaderetro:
    :P con internet
     
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2 replies since 22/1/2011, 19:36   40 views
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