[Consigli] affetti e relazioni interpersonali

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  1. vevaleny
     
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    grazie kira, speravo di sbagliarmi .....
     
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  2. marip76
     
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    Ciao il Crugnola è da fare tutto,vero?Ho letto sul sito la dicitura "attenersi al programma nettuno x quanto riguarda il crugnola"...quindi presumo sia da fare tutto... me lo confermate?Ciao grazie
     
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  3. _Nicoletta
     
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    CITAZIONE (vevaleny @ 13/4/2011, 16:12) 
    "comunicazione del bambino nella seconda metà del primo anni di vita"
    può essere che questa domanda dell'ultimo appello non fosse mai uscita prima?
    non facciamo scherzi ... che sono queste novità?!!! :nono: :vaderetro:

    dagli appunti
    CAPITOLO 2 - La comunicazione nell'infanzia:regolazione reciproca degli affetti
    La comunicazione del bambino piccolo intesa come attività che implica la percezione dell’altro come destinatario psicologico è in antitesi con l’approccio cognitivista che situa la cognizione degli stati mentali solo più tardi.

    Tuttavia l’emergere della comunicazione tra la fine del primo anno e l’inizio del secondo è legato al tema dell’intesoggettività possibile grazie al coinvolgimento di affetti e attenzione.

    L’attaccamento rappresenta una motivazione insufficiente a spiegare i comportamenti comunicativi precoci, è necessario postulare l’esistenza di una motivazione più generale (companionship) che va oltre quella per le relazioni singole.

    Interazioni nei primi mesi di vita
    Disposizione del bambino alla comunicazione
    L’adattamento del neonato a caratteristiche umane è di tipo dinamico e comunicativo, infatti si verifica quello che viene detto imitazione neonatale: sollecitato adeguatamente, il neonato è in grado di focalizzare l’attenzione e di imitare (non sono riflessi in quanto prodotti con grande sforzo volontario) una ampia gamma di espressioni. Tali comportamenti avvengono difficilmente al di fuori della interazione reciproca di tipo affettivo. Inoltre quando il comportamento è appreso, esso può essere elicitato dalla comparsa dell’adulto, segno di un qualche tipo di rappresentazione interna.
    Inizio della comunicazione da parte del bambino
    A tre settimane può sembrare che il contributo del bambino nell’iniziare un’interazione sia modesto, con la produzione di segnali di attenzione e relativi ai propri stati d’animo (che però contribuiscono a sollecitare l’adulto a iniziare una interazione).

    A partire da sei settimane i bambini appaiono molto più sociali: il sorriso all’adulto compare più frequentemente, il contatto visivo viene mantenuto in modo stabile durante l’interazione.

    Tra la sesta e l’ottava settimana iniziano le protoconversazioni con due diverse inziative comunicative da pare del bambino:
    1. azioni dirette all'altra persona, tra cui vocalizzazioni e movimenti del braccio con lo sguardo diretto al viso altrui e,
    2. se l’adulto non risponde, il bambino è in grado di "richiamare" l'altro, con vocalizzazioni acute o con espressioni di piacere accompagnate da sguardi diretti al suo volto
    Mantenimento della comunicazione da parte del bambino
    Tra la sesta e la dodicesima settimana si verificano quegli scambi che sono definiti come protoconversazioni in quanto presentano caratteristiche paralinguistiche delle conversazioni adulte (vocalizzazioni, sorrisi reciproci, contatto visivo, etc.).
    Evitamento della comunicazione da parte del bambino
    Da sei settimane di vita i bambini sono in grado di voltare la testa e distogliere lo sguardo, ad esempio a seguito di richieste di interazione intrusive e poco sensibili. E’ però possibile osservare anche evitamento di tipo positivo, a partire dalle dieci settimane di vita, in seguito a una iniziativa di interazione da pare di un familiare e di fronte allo specchio, in cui il bambino sorride intensamente e distoglie brevemente la testa. Tale comportamento, che all’osservatore potrebbe parere timidezza, ha la funzione di controllare l’intenso affetto positivo generato. L’allontanamento dello sguardo potrebbe essere anche messo in relazione con la genesi di un argomento (topic) nel linguaggio o nel pensiero. Infatti, anche gli adulti distolgono lo sguardo, quando fanno un’affermazione o pensano ad un argomento.

    Cambiamenti nella seconda metà del primo anno di vita
    Partecipazione attiva ai giochi cooperativi
    La partecipazione ai giochi d’azione proposti da altri comincia dai tre mesi.

    A partire dai sei mesi di vita i bambini reagiscono con entusiasmo ai giochi ripetuti con frequenza, che hanno un andamento regolare con cambiamenti prevedibili. Bruner ha messo in relazione questo tipo di giochi con l’acquisizione delle regole grammaticali. A partire da questo periodo inoltre il bambino comincia a creare fare dei giochi propri, come i giochi protodispettosi.
    Dirigere l’attenzione sulle proprie azioni
    Intorno ai sette-otto mesi di vita i bambini manifestano chiaramente iniziative che sollecitano l’attenzione altrui non solo verso di se ma anche verso azioni compiute da se stessi. La sensibilità del bambino al riso e all’attenzione altrui permette la scoperta di aspetti bizzarri delle proprie azioni: l’atteggiamento di “fare il pagliaccio” con pose, smorfie tec. che fanno ridere.

    Nell’ultimo trimestre del primo anno di vita il bambino dimostra consapevolezza del fatto di “poter essere un attore” esibendosi allo specchio in modo comico.
    Utilizzo di oggetti come argomento di conversazione
    Nella seconda meà del primo anno, i bambini introducono gli oggetti nella loro comunicazione. Intorno agli otto mesi i bambini cominciano a offrire cibo e altri oggetti alla madre e ai loro compagni di gioco. Durante i mesi successivi ciò diventa il mezzo per la realizzazione del “dare e prendere”ovvero di giochi cooperativi e di condivisione. Intorno ai dodici mesi la struttura del “dare e prendere” si allarga, per includere diverse attività di scambio (giochi con la palla, versare liquidi immaginari in un set di tazzine, etc.)
    Riferimento sociale e riferimento emotivo.
    A partire dai nove mesi i bambini appaiono interessati alle reazione e alle attenzioni delle altre persone rispetto agli oggetti esterni. Questo comportamento si verifica soprattutto quando il bambino si trova in una situazione ambigua (es: baratro visivo, giocattolo che spaventa e attrae etc.).
    Poiché i bambini fanno propri i giudizi delle loro madri rispetto al mondo, diventano consapevoli di quegli oggetti ed eventi che il genitore reputa interessanti, fonte di disagio o di piacere: questa forma di apprendimento sociale è più importante di processi di tipo maggiormente comportamentale, quali il rinforzo sociale e il modellamento. Il comportamento di riferimento emotivo è quello con il quale il bambino guarda la madre per cercare di capire il suo stato d’animo.
    Essi cioè manifestano una speciale motivazione a condividere le esperienze del mondo con altre persone.

    adesso ti metto il file in appunti ok?

    Marip si da quello che mi ricordo il C(r)ugnola era da fare tutto :balla:
     
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  4. vevaleny
     
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    grazie nico!!! :bacio: :bacio:
    con tutto quello che c'hai da fa' ...
     
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  5. kiki13
     
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    :cuoricino:
     
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  6. vitoc
     
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    :giusto: mi associo: :cuoricino:
     
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  7. marip76
     
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    Grazie Nicoletta...qua la storia è seria,che stress sto libro di Stern...!!!!!!Avete dei consigli da darmi?Sono indietrissimooooooo con lo studio e in 2 settimane mi sa che fare tutto Crugnola e metà Stern è piuttosto utopistico.... :wacko:
    C'è da fidarsi a studiare solo gli argomenti già chiesti all'esame? :ma:
     
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  8. _Nicoletta
     
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    No, secondo me non è mai una buona politica, poi vai all'esame e cambiano, almeno se studi tutto sei più pronta. Se non riesci a studiare bene tutto, scegli degli argomenti che vedi forti e fai una selezione. E ti consiglio di studiare bene tutti gli appunti. Sono fatti bene e meno bla bla bla di crugnola (stern alla fine è meglio, secondo me :paper: ) :bacio:
     
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  9. marip76
     
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    Ho fatto male i calcoli...tanta roba da studiare e poco tempo a disposizione.Intendi gli appunti che ci sono su questo forum?Ho visto che c'è un riassunto del Crugnola in 30 pagine.Dici di affidarmi a quello?Grazie :rolleyes:
     
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  10. _Nicoletta
     
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    Si qui e sui non ufficiali c'è qualcosa Beh ormai o la va o la spacca !
    Casomai lo potrai sempre rifare se non ti va bene e se hai voglia ecc ecc
    :bacio:
     
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  11. Ledilla
     
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    Bè in effetti... Io ci sto provando ma se nn l'hai letto enn hai assimilato i concetti nn si possono fare magie... Parliamoci chiaro... Intanto lo studio poi mi regolo fino alla fine se ritengo opportuno lo faccio se no vorrà dire che intanto è pronto a metà e la prox volta sarà più facile ;-)
     
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  12. _Nicoletta
     
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    Era quello che intendevo anch'io :giusto:
     
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  13. marip76
     
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    Devo dire che non trovo tanto facile lo Stern...Vedremo con l'altro testo.Purtroppo, come dite voi, non si possono fare magie e iocome tutti voi, arrivo a casa dal lavoro stanca e la sera crollo.Farò come propone Ledilla:provo a vedere come procede lo studio e poi si vedrà. :huh: :svengo:
     
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  14. marip76
     
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    Fatto l'esame oggi e mi sento di dare un consiglio a chi dovrà farlo in futuro: farsi dei riassunti sulle tematiche del testo e memorizzare i riassunti. La quantità di concetti da memorizzare è non indifferente e soprattutto non è facile ricondurre ogni esperimento e studio condotto dagli autori al giusto argomento/contesto. Ho trovato il lavoro di Giovanna molto ben fatto,ma anche gli altri riassunti presenti sul forum mi hanno aiutato.
    Stern non mi è piaciuto:molto filosofico e poco pratico,a volte ostico nell'esposizione dei concetti (quante divagazioni e giri di parole!quanti concetti basilari rivisitati in chiave filosofica!!), Crugnola forse un pò ripetitivo e faticoso,ma interessante.
    A chi ne avesse bisogno,posso prestare i due testi e le stampe di tutti i riassunti che si trovano nel forum (o quasi tutti).
    Ciao!!!!!! ^_^
     
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  15. _Nicoletta
     
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    Io al contrario ho preferito lo Stern. Odiavo quei gemelli :asd: una noiaaa
     
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43 replies since 16/2/2010, 06:59   508 views
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