CDL teledidattici intervista in TV

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  1. vitoc
     
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    :wacko: Qualcuno ha "intercettato" l'intervista fatta su un TG riguardo i CDL teledidattici?? Credo che sia andata in onda mercoledì o giovedì... Perchè ho l'impressione di stare dentro a Fort Alamo?
    Un abbraccio a tutti.
     
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  2. Ginepro
     
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    Non era un'intervista sui "teledidattici", ma sulle Università telematiche!!!

    E' tutta un'altra cosa!

    Perchè si continua a fare confusione, perfino tra i diretti interessati???

    Ciao,
    G.

    Edited by Ginepro - 17/10/2009, 10:01
     
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  3. vitoc
     
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    :rolleyes: Grazie per la precisazione.... avevo "intercettato" male per questo ho chiesto aiuto per capire meglio l'argomento. Buon week.
     
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  4. _Nicoletta
     
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    Parlate di questo?
    CITAZIONE
    Nel mirino la facilità con cui vengono concessi crediti formativi per l'esperienza
    Atenei telematici, scatta la tolleranza zero
    La Gelmini invoca il regolamento: «Serve un cambio di passo, agire prima che la situazione diventi patologica»

    link: corriere della sera

     
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  5. _Nicoletta
     
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    è scritto che non si può riprodurre l'articolo per cui metto il link

    riporto delel dichairazioni commentate a mio avviso scandalose
    invece di premiare chi vuole formarsi
    mettono dubbi sulla qualità dell'insegnamento...ma che si vergognino anche i giornalisti
    CITAZIONE
    SCORCIATOIA PER LA LAUREA - Insomma, quella che per il ministro dovrebbe essere una «risorsa particolarmente utile per gli studenti lavoratori o fuori sede» che all'estero è comunque garanzia di «formazione di qualità», in Italia rischia di apparire più che altro come una facile scorciatoia. Sono i numeri che circolano in questi giorni al ministero a dirlo. Numeri che generano di riflesso alcuni interrogativi. Perché, ad esempio, in tre anni accademici il numero degli iscritti alle università telematiche - che garantiscono lezioni e prenotazioni di esami online e assistenza telefonica o via Internet - è aumentato del 900%? Erano 1.529 nel 2004-2005, sono quasi 14 mila oggi, e rappresentano lo 0,7% dell complesso degli iscritti totali all'università. E perché negli atenei telematici aumentano gli studenti anche se diminuiscono le matricole al primo anno? La risposta la si trova nel meccanismo dei crediti previsti dalle convenzioni tra università e ordini professionali, enti e organizzazioni sindacali che permettono agli iscritti di evitare un certo numero di esami secondo la logica di «Laureare l'esperienza», il progetto previsto nel dm 509/99 sull'autonomia didattica degli atenei che introduceva, appunto, la trasformazione in crediti formativi di «conoscenze e abilità professionali certificate». Un'opportunità che in molti hanno pensato bene di non lasciarsi sfuggire: nelle università telematiche, la percentuale di quanti se ne avvalgono è del 56,7%, praticamente sei studenti ogni dieci, a cui vengono riconosciuti, in base a valutazioni dei singoli atenei, fino a 60 crediti, «praticamente un anno di corso senza fare esami» sottolineano al ministero. Solo quattro studenti su dieci, dunque, partono realmente da zero. Secondo i funzionari del ministero, in almeno tre università telematiche italiane il numero di studenti che ha ottenuto crediti formativi per l'esperienza supera l'80%.

    Guardate i commenti arrabbiati degli studenti telematici su opsonline: Comunicazioni, esternazioni e Varie
     
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  6. Ledilla
     
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    Qual è la differenza tra corsi teledidattici euniversità telematiche???

    Cmq noi in Italia siamo sempre agli ultimi posti. ( x tutto) In tutta i Europa i corsi teledidattici sn una realtà confermata acqusita e indiscutibile.

    Io penso che la questione riguarda la giustizia la correttezza la lealtà come valori generali che in alcune facoltà nn solo telematiche o possibili corsi teledidaticci è carente . Nn si può fare di un'erba un fascio. Se si scopre che in certe università vengono concessi i crediti facilmente allora sn tutte sotto accusa? E' come se si scoprisse che in certe università statali le laureee sn pagate allora tutte le università italiane sn sotto accusa? Mi sembra esagerato e tra l'altro mi sembra voler mettere la testa sotto la sabbia...
    Tra l'altro recentemente sn stati scopertoi diplomi venduti senza che un alunno si sia mai presentato a scuola : cronca recente...

    A me ricorda un pò il comportamento della mia organizzazione aziendale che quando c'è qualcuno che si comporta in modo nn accettabile entrando sempre in ritardo e fregandosene altamente delle giustificazioni o di avvisare o quando installa programmi che posssono mettere a repentaglio la sicurezza del sistema informatico i provvedimenti presi sn quelli di fare comunicazioni generali che mettono sotto accusa tutti della serie " Stai attento che ti controllo" mentre sanno benissimo chi installa i programmi sanno benissimo chi se ne fotte di fare ritardo senza giustica ma questi sn intoccabili.... NN so se ho reso l'idea ... In sostanza so chi fa chi si comporta di merda ma nn fa ccio nulla in compenso terrorizzo tutti... Bè a me pare che politicamente la Gelmini si stia comportando nella stessa maniera...
     
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  7. _Nicoletta
     
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    Mi pare che sparare a caso nel mucchio
    sia la sintesi delle politiche di questo governo
    una volta sono gli "statali" genericamente
    poi i lavoratori assenteisti
    poi le caslinghe spendaccione
    ...

    perchè tutti abbiamo esperienza di disservizi
    allora invece di far funzionare le cose e colpire
    come dici tu Ledilla i colpeveli
    si prende e si mette tutti in ginocchio
    col risultato che i meritevoli pagano 2 volte

    ps non sono statale
    nè lavoratrice assenteista
    casomai (anche) casalinga spendacciona :P
     
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  8. vitoc
     
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    :huh: Ho paura che ciò che non sia spendibile (o acquistabile) abbia ben poco peso per la "cultura" dominante... Temo per valori come lealtà, impegno, partecipazione, solidarietà... l'elenco potrebbe continuare.
    Io personalmente sono pronto per essere posteggiato in un "Jurassik Park".
    Non è vero... che resisto... sai la motivazione...
     
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  9. _Nicoletta
     
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    Comunque se leggete la discussione su ops (l'area è quella che era del Nettuno teledidattico che è stata estesa ai corsi telematici)

    Volevo aggiungere solo un piccolo pensiero
    mi pare che quegli studenti che scrivono
    ci stanno mettendo lo stesso impegno nostro
    il fatto che ci sia qualcuno che ci specula e offre dei corsi "facilitati"
    non è solo colpa degli studenti
    ma anche e soprattutto di chi li offre
    che dovrebbe essere colpito
    d'altronde ho saputo anche nella PA esistono corsi facilitati, convenzionati con varie università con pochi esami che fanno passare tanti "studenti"...
    coem la mettiamo? :angry:
     
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  10. vitoc
     
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    :angry: CENTRO!! Nella P.A. ci sono intere Università ad hoc che sfornano lauree come io sforno... Sò di perone che in pochi anni e col minimo sforzo, e a spese di tutti, hanno tirate su 1 o 2 lauree.
    Torniamo al concetto di cittadella medioevale... chi è dentro è dentro... ma soprattutto (tornando alle lauree triennali & co) alzate i ponti levatoi...
    Se riesco vi dò alcuni indirizzi... e non è la CEPU (of course).
     
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  11. _Nicoletta
     
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    E se vediamo il curriculum della ministra Gelmini
    CITAZIONE
    Nella città calabrese l'anno precedente il record di ammessi con il 93 per cento
    Da Brescia a Reggio Calabria
    Così la Gelmini diventò avvocato

    L'esame di abilitazione all'albo nel 2001.
    Il ministro dell'Istruzione: «Dovevo lavorare subito»



    Novantatré per cento di ammessi agli orali! Come resistere alla tentazione? E così, tra i furbetti che nel 2001 scesero dal profondo Nord a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria si infilò anche Mariastella Gelmini. Ignara delle polemiche che, nelle vesti di ministro, avrebbe sollevato con i (giusti) sermoni sulla necessità di ripristinare il merito e la denuncia delle condizioni in cui versano le scuole meridionali. Scuole disastrose in tutte le classifiche «scientifiche» internazionali a dispetto della generosità con cui a fine anno vengono quasi tutti promossi.

    La notizia, stupefacente proprio per lo strascico di polemiche sulla preparazione, la permissività, la necessità di corsi di aggiornamento, il bagaglio culturale dei professori del Mezzogiorno, polemiche che hanno visto battagliare, sull'uno o sull'altro fronte, gran parte delle intelligenze italiane, è stata data nella sua rubrica su laStampa.it da Flavia Amabile. La reazione degli internauti che l'hanno intercettata è facile da immaginare. Una per tutti, quella di Peppino Calabrese: «Un po' di dignità ministro: si dimetta!!» Direte: possibile che sia tutto vero? La risposta è nello stesso blog della giornalista. Dove la Gelmini ammette. E spiega le sue ragioni.

    Un passo indietro. È il 2001. Mariastella, astro nascente di Forza Italia, presidente del consiglio comunale di Desenzano ma non ancora lanciata come assessore al Territorio della provincia di Brescia, consigliere regionale lombarda, coordinatrice azzurra per la Lombardia, è una giovane e ambiziosa laureata in giurisprudenza che deve affrontare uno dei passaggi più delicati: l'esame di Stato.

    Per diventare avvocati, infatti, non basta la laurea. Occorre iscriversi all'albo dei praticanti procuratori, passare due anni nello studio di un avvocato, «battere» i tribunali per accumulare esperienza, raccogliere via via su un libretto i timbri dei cancellieri che accertino l'effettiva frequenza alle udienze e infine superare appunto l'esame indetto anno per anno nelle sedi regionali delle corti d'Appello con una prova scritta (tre temi: diritto penale, civile e pratica di atti giudiziari) e una (successiva) prova orale. Un ostacolo vero. Sul quale si infrangono le speranze, mediamente, della metà dei concorrenti. La media nazionale, però, vale e non vale. Tradizionalmente ostico in larga parte delle sedi settentrionali, con picchi del 94% di respinti, l'esame è infatti facile o addirittura facilissimo in alcune sedi meridionali.

    Un esempio? Catanzaro. Dove negli anni Novanta l'«esamificio» diventa via via una industria. I circa 250 posti nei cinque alberghi cittadini vengono bloccati con mesi d'anticipo, nascono bed&breakfast per accogliere i pellegrini giudiziari, riaprono in pieno inverno i villaggi sulla costa che a volte propongono un pacchetto «all-included»: camera, colazione, cena e minibus andata ritorno per la sede dell'esame.
    Ma proprio alla vigilia del turno della Gelmini scoppia lo scandalo dell'esame taroccato nella sede d'Appello catanzarese. Inchiesta della magistratura: come hanno fatto 2.295 su 2.301 partecipanti, a fare esattamente lo stesso identico compito perfino, in tantissimi casi, con lo stesso errore («recisamente» al posto di «precisamente», con la «p» iniziale cancellata) come se si fosse corretto al volo chi stava dettando la soluzione? Polemiche roventi. Commissari in trincea: «I candidati — giura il presidente della «corte» forense Francesco Granata — avevano perso qualsiasi autocontrollo, erano come impazziti». «Come vuole che sia andata? — spiega anonimamente una dei concorrenti imbroglioni —. Entra un commissario e fa: "Scrivete". E comincia a dettare il tema. Bello e fatto. Piano piano. Per dar modo a tutti di non perdere il filo».

    Le polemiche si trascinano per mesi e mesi al punto che il governo Berlusconi non vede alternative: occorre riformare il sistema con cui si fanno questi esami. Un paio di anni e nel 2003 verrà varata, per le sessioni successive, una nuova regola: gli esami saranno giudicati estraendo a sorte le commissioni così che i compiti pugliesi possano essere corretti in Liguria o quelli sardi in Friuli e così via. Riforma sacrosanta. Che già al primo anno rovescerà tradizioni consolidate: gli aspiranti avvocati lombardi ad esempio, valutati da commissari d'esame napoletani, vedranno la loro quota di idonei raddoppiare dal 30 al 69%.
    Per contro, i messinesi esaminati a Brescia saranno falciati del 34% o i reggini ad Ancona del 37%. Quanto a Catanzaro, dopo certi record arrivati al 94% di promossi, ecco il crollo: un quinto degli ammessi precedenti.

    In quei mesi di tormenti a cavallo tra il 2000 e il 2001 la Gelmini si trova dunque a scegliere, spiegherà a Flavia Amabile: «La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi, mio padre era un agricoltore. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l'esame per ottenere l'abilitazione alla professione». Quindi? «La sensazione era che esistesse un tetto del 30% che comprendeva i figli di avvocati e altri pochi fortunati che riuscivano ogni anno a superare l'esame. Per gli altri, nulla. C'era una logica di casta, per fortuna poi modificata perché il sistema è stato completamente rivisto». E così, «insieme con altri 30-40 amici molto demotivati da questa situazione, abbiamo deciso di andare a fare l'esame a Reggio Calabria».
    I risultati della sessione del 2000, del resto, erano incoraggianti. Nonostante lo scoppio dello scandalo, nel capoluogo calabrese c'era stato il primato italiano di ammessi agli orali: 93,4%. Il triplo che nella Brescia della Gelmini (31,7) o a Milano (28,1), il quadruplo che ad Ancona. Idonei finali: 87% degli iscritti iniziali. Contro il 28% di Brescia, il 23,1% di Milano, il 17% di Firenze. Totale: 806 idonei. Cinque volte e mezzo quelli di Brescia: 144. Quanti Marche, Umbria, Basilicata, Trentino, Abruzzo, Sardegna e Friuli Venezia Giulia messi insieme.

    Insomma, la tentazione era forte. Spiega il ministro dell'Istruzione: «Molti ragazzi andavano lì e abbiamo deciso di farlo anche noi». Del resto, aggiunge, lei ha «una lunga consuetudine con il Sud. Una parte della mia famiglia ha parenti in Cilento». Certo, è a quasi cinquecento chilometri da Reggio. Ma sempre Mezzogiorno è. E l'esame? Com'è stato l'esame? «Assolutamente regolare». Non severissimo, diciamo, neppure in quella sessione. Quasi 57% di ammessi agli orali. Il doppio che a Roma o a Milano. Quasi il triplo che a Brescia. Dietro soltanto la solita Catanzaro, Caltanissetta, Salerno. Così facevan tutti, dice Mariastella Gelmini. Da oggi, dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l'esame facile, le sarà però un po' più difficile invocare il ripristino del merito, della severità, dell'importanza educativa di una scuola che sappia farsi rispettare. Tutte battaglie giuste. Giustissime. Ma anche chi condivide le scelte sul grembiule, sul sette in condotta, sull'imposizione dell'educazione civica e perfino sulla necessità di mettere mano con coraggio alla scuola a partire da quella meridionale, non può che chiedersi: non sarebbero battaglie meno difficili se perfino chi le ingaggia non avesse cercato la scorciatoia facile?
    Gian Antonio Stella
    04 settembre 2008
    link: corriere della sera

     
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  12. vitoc
     
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    Sì è proprio quello che intendevo... non mi danno fastidio i furbetti di turno, quanto la loro arroganza, quanto la loro invereconda ignoranza, il loro potere di seppellire la gente sotto il fango e piangere sulla catastrofe, la mistificazione, il reclamare il diritto di dire quello che vogliono dallo scranno dove tutti i giorni siedono.
    La giustizia è uguale per tutti... peccato che non tutti sono uguali.
     
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11 replies since 16/10/2009, 16:53   124 views
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