Lauree facili, la Procura apre un'inchiesta

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  1. _Nicoletta
     
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    SCUOLA & GIOVANI


    Dopo la denuncia del ministro dell'Università aperto un fascicolo negli uffici giudiziari di Roma
    La legge permette solo 60 punti ma in alcuni atenei privati sembra ne concedano molti di più


    Lauree facili, la Procura apre un'inchiesta
    "Offrono più crediti di quelli consentiti"


    ROMA - La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta sulle lauree facili. Alcuni atenei privati concederebbero un numero più alto di crediti per attività extrauniversitarie. Per il momento non è stata fatta alcuna ipotesi di reato, ma potrebbe configursi l'abuso d'ufficio.

    Il sasso contro le lauree facili l'aveva lanciato il ministro dell'Università quattro giorni fa dalle telecamere del Tg1: "Se c'è qualche ateneo che concede agli studenti più dei 60 crediti autorizzati per legge - disse Fabio Mussi - quell'ateneo infrange la legge".

    Nel servizio mandato in onda giovedì scorso, un'inviata del telegionale si è finta studentessa e in due università non statali ha registrato il presunto abuso. "Nel servizio - commentò il ministro dell'Università - sembra che alcuni atenei continuano a concedere un numero di crediti più alto di quello sabilito dalla legge. E' del tutto evidente come i limiti sono stati imposti per salvaguardare la serietà degli studi universitari e il valore della laurea nonchè, non da ultimo, stabilire condizioni di eguaglianza con quegli studenti che ,con sacrifico, affrontano il cursus degli studi universitari".

    I crediti riconoscibili a fronte di esperienze professionali era stato fissato da una legge, ritoccata sei anni, a quota 180. Le università hanno siglato accordi con decine di ordini professionali al fine di permettere agli studenti il riconoscimento di nuovi crediti. Agenti delle forze dell'ordine, ragionieri, consulenti del lavoro, anche giornalisti: molti si sono convezionati pur di aumentare il numero degli iscritti. Recentemente però l'esecutivo ha mutato indirizzo e per arginare il fenomeno del "dottore a tempo di record", il ministero ha ridotto il numero dei crediti esigibili da 180 a 60.

    (4 settembre 2007)

    da Repubblica

    noi non saremo dei geni...però...meno male ch se ne sono accorti...vediamo se succede qualcosa adesso
     
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  2. Ladylla
     
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    Mondo è e mondo sarà... Di gente che si compra pezzi di carta ce ne sarà sempre .

    Truffatori gente che si crede furba il mondo è pieno di gente così.

    Il problema accade quando cominciano a lavorare soprattutto se professionisti . Allora possono combinare guai x chè il realtà professioniosti nn sono.

    La questione in realtà è una fondamentale : xchè mi iscrivo all'università? Cos'è lo studio x me ? Ci credo a prescindere dal pezzo di carta o lo ritengo una cosa inutile?

    Sono queste le domande fondamentali. E' chiaro che se x uno conta solo il pezzo di carta per poter dire :" Ecco ce l'ho pure io "e sentirsi bello x questo .oOppure xchè crede che col pezzo di carta otterrà chissà che... Costui innanzitutto nn avrà caipto una min... e secondariamente avrà preso x fesso solo se stesso... E nn c'era gente così pure a scuola ? Ihhhhhh i GRANDI FUBBONI??? Nn li avete avuti in classe ? Quelli che " MIO PADRE...." I figli di CEPU???? :rotfl:
    Ma ognuno è quel che è...
     
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  3. plumplum
     
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    si ma intanto tanti si sono fatti la laurea così !!!!

    chiudono la porta dopo che alcuni tori(?nn ricordo...) son scappati.... :lol:
     
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  4. _Nicoletta
     
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    buoi

    l'importante sarebbe chiuderla sta porta
    io penso anche a quelli che non capiscono che è finta come laurea...
    e spendono
    e ingrassano sti delinquenti
    che rubano i sogni
    e li rivendono cari
     
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  5. Ladylla
     
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    quelli che la vendono sn gli unici che ci guadagnano in tutta questa faccenda Nico ...

    Mah... si E' così dappertutto nella scuola nelle università negli ospedali sul lavoro in qualsiasi posto ...

    C'è il "magna magna " o "chi frega x primo frega meglio"

    E' tutta la società basata su questi principi....
     
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  6. _Nicoletta
     
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    No a me pare che siano una minoranza della società
    poi se ti riferisci all'idea l'occasione fa l'uomo ladro
    credo sia più vicino a quello che possiamo vivere...
    tutti abbimao i nsotri attimi di meschinità
    e di egoismo
    indubbiamente
    però qui certi le occasioni se le creano
    e sulla pelle di altri
    a me pare che la maggiornaza delle persone siano oneste
    i ladri e gli approfittatori sono pochi
    ma quando trovano uno da fregare non si fanno problemi
    sarà che ho lo spirito di Robin Hood ma quelli che si approfittano dei poveracci
    mi fanno davvero senso
    li rubassero a chi li ha :adv:
    :grr:

    e poi se non ci scandalizziamo mai
    in un certo senso li legittimiamo
     
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  7. Ladylla
     
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    Beata te che vedi tutti onesti. Io invece mi guardo inotrno e vedo un mondo di ladri...

    Dal medico che lavora x arraffare e farsi una sacco di quattrini alle spalle degli altri che hanno bisogno. Ne conosco uno che ha le mani dappertutto in ospedale, come medico della ASl come medico con studio privato come medico della salus e da un'altra parte che se lo aggiungo si capisce chi è... E nn è neppure tutta sta bravura ma ha le mani in pasta... Parlando di lavoro ... Bè conosco una ragazza che lavora proprio dove lavori tu e con la licenza media fa un lavoro oltre le sue possibilità . prima faceva la parrucchiera ma evidentemente ha qualche santo in paradiso... Qui da me c'è una tizia che faceva la auditor... Poi scoprì alcune cose che nn andavano bene e contrattò assunzione e stipendio da favola con livello e qualifica stratosferica pur nn essendo all'altezza. Oggi la società nn sa come togliersela dalla scatole e lei tiene duro e li sta ricattando xchè x andare via vuole un mare di soldi.. Bò mi fermo qui xchè tanto... Nn si tratta di legittimare forse sn troppo delusa che ne dici? Ne ho viste tante , troppe... Mi domando chi sta facendo il mio lavoro senza averne le consocenze e le capacità xchè ti assicuro che è quello che succede 9 volte su 10 IN ITALIA!!!! Ciao Nick
     
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  8. _Nicoletta
     
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    La conosco! :D Non è peggio di tanti altri e almeno saprà fare i capelli :balla:
    Dove lavoro io TUTTI sono entrati per i santi in paradiso! Poi ogni tanto si sbagliano e prendono qualcuno che è intelligente (e non furbo) e -pazzesco! :P - pure capace di lavorare...vabbè so' problemi loro :rotfl:
    Comunque il discorso non era questo
    almeno non era quello che intendevo.
    Io parlo di VERI TRUFFATORI che si arricchiscono sui bisogni/sogni/aspirazioni degli altri facendo di ciò un mestiere.
     
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  9. sopracau
     
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    Temo che la cosa non sia soltanto di questi anni. nella mia vita lavorativa ho conosciuto sindacalisti professionisti diventati ragionieri o geometri da privatisti, poi nonostante i pesanti impegni di riunioni in ogni angolo della penisola, ritrovarli laureati in economia, leggi, sociologia, scienze politiche ecc. Il tutto per consentir loro il passaggio in aziende a partecipazione statale con incarichi manageriali di altissimo livello e prestigio. Non da meno è stato il percorso di molti individui anonimi, ma fedeli cercatori di consensi elettorali di questo o quell'altro capo corrente di DC e PSI, che improvvisamente con percorsi di studi perfettamente regolari, nonostante gli orari da capogiro, diventavano dottori e successivamente grosse teste aziendale quasi sempre però in posizioni in cui non dovevano fare un cazzo o peggio prendere una decisione se non quella sulla macchinetta dove prendere il caffè.
    Nella università della mia città fece scalpore un caso a fine anni 70, quando si presentò a discutere la tesi di laurea un signore con un curriculmu da far invidia al più serio e secchione degli studenti professionisti; gli andò male perchè l'insegnate di lingua russa che per sua sfortuna aveva una memoria di ferro (e pochi studenti) non ricordava quel viso e nemmeno quel corputo signore di oltre 40 anni, così volle andare a fondo e scoprì che nel libretto e nei documenti della segreteria c'era una sua firma falsa, poi fatto insidacabile da alcuno quel giorno l'insegnante era all'università di Torino, dove aveva una incarico, a fare esami ad altri studenti.
    Vi lascio immaginare il dramma di questo pover'uomo a cui i padrini politici della DC avevano già preparato con tanto di documenti firmati l'assunzione nel corpo diplomatico della nazione.
    Oggi certamente le lauree HC a persone come Rossi e a tanti altri miseri personaggi dell'Italia di oggi, si sommano a questi fatti da codice penale per cui la cosa sta scoppiando e rischia di distruggere completamente l'istruzione nazionale, costringendo, forse loro malgrado, la classe politica, che ha attinto a piene mani a queste vergogne, a studiare un rimedio.

    A questo per c'è anche da aggiungere che persone di provata serietà, etica e moralità, dotate alta professionalità e conoscenza autodidattiche di altissimo livello sono impedite da una normativa rigida ad accedere ad alcune posizioni accademiche e anche a incarichi all'interno della stessa amministrazione statale. Dico questo perchè certo Benedetto Croce, faceva parte di questa gente, mentre l'inventore della moto Guzzi, una genialità tutta Italiana, a avuto la soddisfazione a 93 di vedersi riconosciuti i suoi meriti con una laurea HC in ingegneria rilasciata dall'università di Perugia. Di questi casi nell'Italia d'ieri e anche in quella d'oggi ce ne sono, ma senza alcun titolo accademico li è negato perfino di fare il perito in tribunale, seppur con le loro conoscenze e la loro professionalità sarebbero molto più capaci di alcuni laureati.
     
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  10. Ladylla
     
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    La conosci? Azz con 800 persone??? Spero nn stiamo parlando della stessa persona...accidenti...


    Dove lavori tu ( in particolar modo) si è assunti solo grazie ai santi in paradiso. Come nella stragrande magggioranza delle pochissime realtà aziendali triestine ... PURTROPPO . Trieste oltre a nn avere una realtà economico produttiva ha pure questo ma in misura macro.Nella maggior parte delle aziende italiane si è assunti grazie ai santi i paradiso , Allora a cosA SERVE UN UFFICIO rISORSE UMANE e tutti gli annessi connessi tipo test di selezione studi organizzativi e tutto quello che studi nei master????? A un ca... se poi ti trovi in un colloquio di lavoro a Torino dove ad un tratto entra il direttore del Personale il quale dice al selezionatore " Senta di là c'è quella persona che ...." E nn si tratta nemmeno della piccola azienduccia col "paron " ma di quelle dove volano parole come manageralità efficienza etc etc... Oppure , un giorno , in quel bel posto di merda dove lavori ti ritrovi accanto il figlio del primario a cui papà ha trovato lavoro e che viene lì con la macchina di papà e al quale lo stipendio gli serve solo x pagare la colf. Al resto ci pensa papà... Mentre c'è chi dui quello stipendio ha veramente bisogno . Anche questi sn TRUFFATORI , truffatori in tutti i sensi truffatori dell'economia di un paese truffatori del lavori della povera gente truffatori della dignità degli altri . E basta mi fermo x chè di sta mer... nn mi va neppure di parlarne...
     
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  11. _Nicoletta
     
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    Li conosco tutti*

    anonimi e incolori compresi
    solo questi ultimi non me li ricordo :D
    Lei è R.W., no?


    *giro in tutto il palazzo per lavoro da anni
     
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  12. Ladylla
     
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    Questi ultimi chi ? :wacko:

    Si e è anche mia amica. Che devo fà . Sta tutta incasinata poveretta E le ho detto pure cosa sarebbe salutare fare x lei ma nn ci sente da quell'orecchio... Sarebbe meglio se seguisse il suo talento ( infatti sa dipingere) piuttosto che impuntarsi su qualcosa in cui neppure lei crede... Oltretutto ora là dentro è tutto un ambaradan con l'accorpamento ...
     
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  13. sopracau
     
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    Ragazze per cortesia, siete pregate vivamente di non farmi rivivere i tempi delle mia azienda quando ministro delle partecipazioni statali e dell'industria c'è stato certo De Michelis..... altrimenti rischio ancora oggi l'infarto da incazzatura.
    Se poi non sono stato ufficentemente chiaro perchè, vi dico che nello statuto della mia ex grande azienda sta scritto che il personale viene assunto in azienda esclusivamente per meriti e capacità professionali, escludendo comunque i parenti stretti dei dipendenti come figli, fratelli e mogli. In virtù di ciò ad un padre operai non viene assunto un figlio comunque e nemmeno agli atri dipendenti. caso strano però i figli delle grosse teste (top manager in USA e GB) sono tutti dipendenti dell'azienda in poszioni di prestigio o sul trampolino di lancio per diventarlo.
    Essendo mia abitudine guardare le cose a fondo sono andato a fare una personale indagine, venendo a scoprire il marchingegno camaleontico utilizzato, per altro perfettamente legale dal punto di vista della giurisprudenza.
    Un gruppo di questi giovanotti, in genere non pù di 4 - 5, costituisce una società di consulenza aziendale in alcuni rami, esempio risorse umane, informatica, organizzazione. La mia ex azienda scopre "le grandi doti professionali e le bellissime cose che fa" questa società di consulenza e la gratifica con diversi contrantti, anche se il più delle volte è aria fritta, ma comunque si concludono sempre con una relazioncina (quasi sempre fatta dai padri) ritenuta sempre ottima dalle grosse teste di cui sopra. Dopo un paio d'anni in questa situazione, tenuto conto "della bravura" di questi giovanotti e della loro società, il consiglio di amministrazione delibera di acquistare, oppure assorbire la società, compreso il personale ed il managment.
    Dicimamo che ci sono tra questi anche ragazzi e ragazze in gamba, però altrettanto potrebbero esser i figli di altri dipendenti.
    Prima d'andare in pensione ho conosciuto una signora sulla quarantina figlia di una di queste grosse teste che era realmente lei una grossa testa; era stata a riposare all'università fino a pochi anni prima senza concludere niente, fu assunto con il sistema di cui sopra come segretaria, ma caso strano dopo sei mesi fu cambiata di mansione e sistemata in un posto dove nel giro di pochissimi anni si ritroverà da impiegata di bassa categoria in quadro aziendale.
    Questa è l'Italia care ragazze...... io di figli disocupati ne ho 2
     
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  14. _Nicoletta
     
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    da un intervento sul forum opsonline

    Consorzio Nettuno o Nettunouniversity?

    Il Consorzio nettuno è nato molti anni fa e si tratta di una "associazione" di Università Italiane che offrono la possibilitità di seguire le lezioni a distanza mentre gli esami si fanno nelle rispettivi sedi universitarie presso le quali si è iscritti. Giusto per essere chari, se uno studente si iscrive a Padova avrà il libretto universitario della Facoltà di Psicologia di Padova, se uno studente si iscrive a Roma avrà il libretto universitario della Facoltà di Psicologia di Roma ecc. ecc.

    NettunoUniversity è nata dopo il decreto del Ministero dell'aprile 2005 che autorizzava ed istituiva le università private teldidattiche.
    Se uno studente si iscrive alla NettunoUniversity di Roma avrà il libretto universitario rilasciato dalla Università privata NettunoUniversity .

    Fino a qui la situazione formale.

    In pratica cosa hanno fatto?
    Dopo anni di sperimentazione e preparazione dei materiali didattici fatti dalle università italiane per il consorzio nettuno, la Prof.ssa Annamaria Amato Garito, responsabile del Consorzio Nettuno, ha colto la palla al balzo ed ha fondato la NettunoUniversity.

    Il primo anno, come ricorda bene chi visitava il sito www.uninettuno.it la home page presentava i corsi del consorzio e c'èra un piccolo logo (uninett1) che rimandava alla NettunoUniversity che però aveva solo la home page e poche pagine attive.

    A dicembre del 2006, senza alcun avviso o comunicazione, chi andava sul sito www.uninettuno.it scopriva un nuovo portale dove si accedeva alla nuova università telematica e dove il rimando al Consorzio Nettuno originale è indicato da un link attivo raffigurato dal logo del Nettuno.

    Capite bene che la cosa ha destato non poco stupore (e incazzatura) da parte di tutte le Università Italiane che dopo anni di lavoro ed impegno si sono trovate ad aver fatto da traino all nuova Univerisità Privata, tanto che alcuni Atenei stanno valutando di uscire dal consorzio e gestire da sole i corsi teledidattici: perchè versare quasi tutte le tasse al consorzio di Roma quando poi gli studenti sono gestiti dalle facoltà dei singoli atenei?

    Chi era già iscritto al consorzio nettuno, quindi alle singole Università Ialiane dopo il primo attimo di confusione ci ha messo poco a capire che doveva andare sull sito www.consorzionettuno.it per ritrovare il "vecchio"sito che usava da anni.
    Mentre le nuove aspiranti matricole si sono tovate a non capire bene (nel caso migliore) o ad iscriversi alla NettunoUniversity.

    Che dire la cosa è stata studiata bene. Tanto di cappello! Daltronde abiamo a che fare con degli esperti in psicogia e comunicazione!
    Date un'occhiata al nuovo portale rispetto al "vecchio" che giace statico e immutato ed incompleto da anni!

    Sia chiaro, nulla di illecito o immorale, tuttavia le modalità della manovra lasciano perplessi e stupefatti. D'altronde le regole sulla pubblicità lo consentono, almeno lo spero ed anche non fosse così se apettiamo che intervenga il Garante della pubblicità e della concorenza stiamo freschi. Tanto per fare un esempio, ci hanno messo anni e speso soldi per una indagine (!?) per capire che solo l'Italia faceva pagare i costi di ricarica dei telefonini!!!

    Un 'ultima considerazione "bipartisan": se da un lato la Prof.ssa Garito ha usufruito del decreto Moratti dell'aprile 2005, dall'altro è amica personale di Romano Prodi (durante lo spoglio delle schede elettorali del 2006 attendeva i risultati nel salotto di Prodi).
    Come vedete quando si tratta di "fare" non conta il colore politico.
    (dal corriere della sera del 31-12-2006 http://www.corriere.it/Primo_Piano/...31/lauree.shtml).

    Spero di ever dato un contributo utile a chiarire la situazione.

    P.S. Al di là di tutto io mi sono fatto un mazzo per dare 42 esami in tre anni ed ho speso una cifra tra libri e viaggi presso la sede della facoltà per sostenere gli appelli d'esame e poi per registrare i voti: ci mancava solo questa polemica che ora rischia di gettare discredito su tanti sacrifici miei e di tanti colleghi di studio.

    Ah dimenticavo: gli studenti del terzo anno del Cdl Discipl. della ric. psicologico sociale stanno ancora aspettando che la Prof.ssa Garito registri le sue video del corso Tecnopsicologie e processi formativi: infatti non sono ancora disponibili. Probabilmente la Prof.ssa di è dimenticata di prepararle o, forse, è stata troppo impegnata a preparare la nuova Università.

    Saluti.

    Pazzesco!!! L'articolo del Corriere del 31 .12.2006 è questo


    Il boom conquista anche professori celebri
    I docenti pubblici
    e l'affare delle lauree online

    Undici le università su Internet e dietro l'ultima nata si nasconde il Cepu Slogan ingannevoli e denunce.

    «Dottor Figus, lei dove ha studiato?». «Al Cepu». «Chiaro! Come mai non si sveglia, il paziente?» La scenetta di Tel chi el telùn era solo una delle tante in cui Aldo, Giovanni e Giacomo hanno scherzato per anni sul più famoso centro che «aiuta» gli studenti a studiare. Anche nell'ultimo film dei tre, Anplagghed, i protagonisti sono «un robot, un terrone e un ingegnere positronico laureato al Cepu». Un gioco: non ci si laureava, lì. Fino a ieri, però: dietro una delle 11 università telematiche autorizzate da Letizia Moratti, alcune un attimo prima di lasciare il ministero, c'è infatti (sorpresa!) anche una creatura clonata dalla società diventata celebre grazie a un martellante spot con Alex Del Piero. Che tra poco, se il ministro Fabio Mussi non si metterà di traverso, potrà finalmente far tutto in casa: lauree comprese. Capiamoci: non è che il Cepu sia il primo centro del genere a portare a compimento il «ciclo produttivo». L'aveva già fatto «Universitalia», che campeggia su Internet e sui giornali con slogan che ricordano i «sette chili in sette giorni». Questo diceva infatti uno spot: «Dieci esami in dieci mesi!» Poi corretto (massì, abbondiamo) in un trionfante: «Undici esami in dieci mesi!». Per essere ancora più «gajarda», la home-page del sito mostra anzi una bella ragazza che impugna bellicosamente i guantoni e colpisce con un sinistro la scritta: «Esami, usa il metodo forte». Il tutto in linea con uno dei protagonisti, Stefano Bandecchi, ex paracadutista, amministratore unico della Edizioni Winner che della Universitalia è azionista al 50%.

    Metodi forti, metodi spicci. Basti ricordare che poche settimane fa Sara Nardi, una dei responsabili dell'istituto, è stata rinviata a giudizio dal pm romano Giuseppe Corasaniti per aver ingannato una ragazza con la proposta contrattuale «soddisfatto o rimborsato». Seccante. Come seccante fu il coinvolgimento due anni fa nell'inchiesta della procura di Verona su un giro di "diplomi facili", di Alfredo Pizzoli, oggi amministratore unico dell'Isfa, uno dei soggetti che controllano il Consorzio Risorse Umane, da cui è stata originata, appunto, la Unisu: Università telematica delle Scienze umane. Tutto corretto? Sotto il profilo legale magari sì. Ma anche uno dei docenti, Giuseppe Castorina, ordinario di Inglese alla Sapienza e presidente del comitato tecnico organizzatore dell'ateneo, ha detto al Corriere dell'Università e del Lavoro: «Sapevo che Winner fosse tra i finanziatori del Consorzio ma non che Winner fosse anche Universitalia. Il conflitto d'interessi? Indubbiamente la situazione è equivoca». Dotata di un comitato tecnico organizzatore presieduto da Umberto Margiotta, ordinario di pedagogia alla Ca' Foscari, la Unisu ebbe il via libera dalla Moratti il 10 maggio scorso, un mese dopo la sconfitta della destra e pochi giorni prima che Letizia passasse le chiavi del ministero al successore. Nella banca dati del ministero, per quanto quei numeri vadano presi con le pinze, non risulta avere neppure un docente di ruolo. Zero carbonella, per dirla alla romana. Le facoltà tuttavia sono quattro: Giurisprudenza, Economia, Scienze politiche e Scienze della formazione.

    Un miracolo? No. Almeno sulla carta. Nell'Università italiana (a differenza che negli ospedali) non esiste infatti alcuna norma che regoli le pretese di un docente di un ateneo pubblico di lavorare anche per uno privato. Certo, Mussi ha già annunciato di volere cambiare al più presto queste regole perché «non sta né in cielo né in terra che un dirigente della Fiat possa lavorare anche per la Renault o la Bmw». Ma per adesso la situazione è questa: centinaia di docenti sono a carico dello Stato (dallo stipendio agli assegni familiari, dalle ferie ai contributi pensionistici per una media da 150 a 180 mila euro l'anno lorde, un ordinario) come dipendenti pubblici e arrotondano con le accademie private. In particolare le telematiche. Una delle quali, la Uninettuno, che peraltro passa per essere una delle più serie (Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Psicologia e un assetto societario che vede in prima fila il Consorzio Nettuno di cui fanno parte anche l'ex ministro dell'Istruzione Giancarlo Lombardi e l'ex direttore generale della Rai Franco Iseppi) ha un docente pubblico addirittura come rettore: Amata Maria Garito. Ordinaria di psicologia alla Sapienza e grande amica di Prodi, che proprio a casa sua attese il 10 aprile i risultati elettorali.

    Il fatto è che nell'affare delle università telematiche hanno tentato di buttarsi in tanti. Ovvio: gli studenti fanno tutto in Internet (lì scaricano le lezioni registrate dei docenti, lì trovano le esercitazioni da fare, lì partecipano ai forum didattici, lì "chattano" con la controparte) e possono teoricamente vedere questo o quel «prof.» solo il giorno dell'esame. Quindi basta una sede neppure troppo grande, un po' di professori part-time, uno staff che abbia dimestichezza con Internet ed è fatta. Senza alcuna necessità di investire decine di milioni di euro. Ed ecco la Telematica universitas mercatorum, costituita a novembre del 2005 per iniziativa dell'Unioncamere (Presidente è Andrea Mondello, che guida l'associazione): una facoltà (Economia) e due corsi di laurea triennale, Management delle risorse umane e Gestione d'impresa. E poi la Pegaso (due facoltà, Giurisprudenza e Scienze umanistiche, zero docenti di ruolo in banca dati) che ha come azionisti Danilo, Raffaele e Angelo Jervolino, che già hanno interessi in vari istituti scolastici privati partenopei. E poi la Giustino Fortunato (solo Giurisprudenza, nessun docente di ruolo in banca dati) che fa capo alla fondazione Efiro di Benevento, presieduta da Angelo Pasquale Colarusso, già noto nel Sannio per una scuola privata che da molto tempo aiutava nelle rimonte scolastiche. E poi ancora la Leonardo da Vinci, zero docenti di ruolo (per la banca dati), tre facoltà (Scienze dei Beni culturali, Scienze della Formazione e Scienze manageriali) e un legame strettissimo con l'Università Gabriele D'Annunzio" di Chieti-Pescara (nota anche per un gran numero di speedy-lauree) il cui patriarca indiscusso è Franco Cuccurullo, ex-presidente del Comitato etico nazionale nominato da Rosy Bindi per esaminare il protocollo Di Bella, presidente del Comitato di indirizzo di valutazione sulla ricerca e futuro presidente dell'Istituto Superiore di Sanità. E poi ancora la Unitel (zero docenti fissi in banca dati, tre facoltà: Agraria, Architettura e design industriale e Scienze motorie ma con un solo corso di laurea attivato: design della moda) che appartiene a una società di cui fanno parte la Fondazione Renato Dulbecco (28%), l'Associazione centro interdisciplinare studi biomolecolari (12%), Mediolanum comunicazione (8%), Fininvest Servizi (8%) e sbloccata dalla Moratti l'8 maggio scorso, nove giorni prima che si insediasse il nuovo governo. Per finire con la Iul (ancora zero docenti ufficiali, una facoltà, proprietà di un consorzio con l'Università Bicocca di Milano, l'Università di Firenze, di Macerata, di Palermo e la Lumsa…), la Tel.Ma. (un docente di ruolo, Donato Limone, e due facoltà, voluta a quanto pare dal Formez e dall'Anci).

    Voi chiederete: ma perché questa corsa? Il miele che attira le api, quelle buone e quelle meno buone, è la possibilità di rastrellare una quantità mai vista prima di «aspiranti dottori». Merito di quella riformetta che permette un po' a tutti di «mettere a frutto il proprio lavoro». Facendosi riconoscere, sulla base dell'esperienza accumulata come ragionieri o guardie forestali, giornalisti o vigili del fuoco, impiegati catastali o brigadieri dei carabinieri, una gran quantità di crediti formativi universitari (fino a 140, prima che Mussi imponesse un tetto massimo di 60 su 180) così da poter puntare a una laurea con pochi esami. È vero: l'hanno fatto un sacco di atenei, anche tra quelli additati come «più seri». Ma alcuni ci hanno dato dentro alla grande. Come la telematica «Marconi», che risulta avere fatto la bellezza di 30 bandi di gara per docenti ma di averne a carico due soli: il ricercatore Umberto Di Matteo (nemmeno confermato, pare) e l'ex senatore democristiano e poi aennino Learco Saporito, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Berlusconi. Rettore: Alessandra Spremolla Briganti, fino a qualche mese fa ordinario a Roma Tre. Proprietà: la Fondazione Tertium. Facoltà: Lettere, Giurisprudenza, Economia, Scienze e tecnologie applicate, Scienze della formazione, Scienze sociali. Amatissime, stando alla raffica di convenzioni sbandierate su Internet, da un sacco di associazioni di categoria. «Avevamo la fila alla porta di gente che voleva laurearsi e ci proponeva mille o duemila iscritti a botta», spiega Francesco Paravati, responsabile del marketing della Uninettuno che quasi si vanta di avere solo 600 iscritti contro gli oltre quattromila della Marconi. Il delegato di un gruppo di agenti di custodia, racconta, "arrivò a dire chiaro e tondo: la laurea ci serve solo per passare di grado. Non daremo fastidio a nessuno, non faremo danni usandola. Le altre ci riconoscono cento, centodieci crediti… Perché voi no?».

    Restava il giallo su chi stesse dietro l'undicesima università telematica, la E-Campus, approvata il 30 gennaio scorso. Di chi poteva essere? E perché la proprietà aveva ritenuto opportuno starsene nell'ombra dietro due finanziarie? Finché, passin passino, siamo arrivati a capo del mistero: dietro c'è, come dicevamo all'inizio, il gruppo di Francesco Polidori, fondatore del Cepu. Come mai tanta riservatezza? Chissà, perché forse qualcuno al ministero avrebbe potuto ricordare non una ma quattro sentenze dell'Autority per pubblicità ingannevole. L'ultima è di tre anni fa.

    Gian Antonio Stella

    31 dicembre 2006
     
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  15. ruth_di_lonsdale
     
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    eeco, bene! e così invece di un quarto d'ora ci metterò mezz'ora per spiegare a chi mi chiede se stò facendo l'università di topolinia che invece è una cosa seria... :cry: :cry: :cry: :blink: :nanna: :woot:
     
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28 replies since 4/9/2007, 18:04   5041 views
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