Counselling

dubbi, paure, perplessità

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  1. vitoc
     
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    :B): fiuuu!! Lirica54 complimenti per la sintesi... poche righe per esprimere "concetti" molto ampi e generatori di infinite discussioni. Fenomenologia, essere aderenti a se stessi (autentici), comprensione empatica... Non si finirebbe mai di sentire le opinioni di chi ha provato, di chi ci sta provando, di chi non pensa neanche lontanamente di provarci, ecc.
    Penso che rileggerò questo "topic" (giusto?), ancora qualche volta. :rolleyes:
     
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  2. Alessia Va
     
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    Ciao a tutti. Scrivo qui approfittando di questo spazio già aperto, cosi da non aprirne un'altro facendo, magari, doppione. Se invece ritenete vada messo altrove, procedente...

    Comunque dubbi, paure e perplessità li ho eccome...

    Sto facendo da qualche anno la corte ad un corso tiennale per diventare "counsellor bioenergetico".
    Forse quest'anno mi decido ad iniziare il percorso (ci sto pensando).
    Ma, il mio terrore è di non riuscire a conciliare con gli esami universitari.
    E' risaputo che non procedo alla velocità di una lepre...piuttosto a quella di un bradipo.
    Non vorrei rischiare di rallentare ancora di più il mio percorso.

    Quindi chiedo: se qualcuno ha fatto contemporaneamente a quello universitario, questo tipo di percorso, è riuscito a conciliare le due cose? Se si, come?

    Grazie...buona giornata! metal
     
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  3. _Nicoletta
     
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    Da una email di Nicola Piccinini (opsonline) che mi è arrivata
    CITAZIONE
    è stata pubblicata una sentenza BOMBA contro le scuole che formano counselor ! Fornisco considerazioni sulla ricaduta pratica di tale sentenza e pubblico rimandi a diversi riferimenti ed articoli sul tema dei counselor e dell'abuso di professione dello Psicologo. Un sentito ringraziamento all'OPLombardia per aver portato a casa questa importantissima sentenza!

     
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  4. antonella67
     
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    questo è arrivato a me da opsonline

    Hanno voluto che fosse un giudice a dirlo, e il giudice ha parlato chiaro.

    I seguaci del counseling in un anno ci hanno portati dapprima di fronte all’antitrust, poi di fronte al Tribunale Ordinario, per cercare di sostenere che il Counseling è una disciplina autonoma rispetto alla Psicologia e che può essere insegnato sempre e a tutti.

    Il responso è stato chiaro perché c’è un limite a ciò che si può insegnare a persone che non hanno un' adeguata formazione e abilitazione: insegnare il counseling ad un idraulico è come consegnare nelle sue mani un bisturi simbolico, è un atto temerario con conseguenze potenzialmente nefaste.

    Grazie al chiaro e forte segnale di un organo giurisdizionale attento, preparato e culturalmente in linea con i più autorevoli indirizzi europei, il Tribunale di Milano, che ha emesso sentenze storiche per tutti gli Psicologi italiani, confermate in tutti i gradi di giudizio (valga per tutti la sentenza Platè) abbiamo alcuni concetti più chiari: il codice deontologico degli Psicologi, anzitutto, non si tocca. La formazione di cittadini non abilitati nell’uso delle tecniche psicologiche non è ammesso. La Psicologia, grazie all’Ordine che appartiene a tutti noi, è riservata agli Psicologi. L’abusivismo, e la formazione di abusivi, non può essere tollerato e l’Ordine ha il compito di sorvegliare e di intervenire.

    “Loro” invece volevano che venisse sospesa la “carta etica”, forse avrebbero visto con favore anche una messa alla berlina dello stesso codice deontologico là dove, nell’articolo 21, afferma una regola, un limite, un ostacolo, certo, al comportamento motivato dal lucro di una minoranza di formatori che vorrebbero formare tutti e su tutto. Soprattutto, il tema era quello non nominato: il denaro, non l’epistemologia, non la buona colleganza, non la scienza, non le regole e il senso che esse hanno a tutela del cittadino.

    Complice la crisi che fa paura, sempre più si cede alla tentazione di aprire i corsi a tutti, cercando scuse per un comportamento lesivo dei colleghi e dei cittadini, laddove invece pagherebbe lavorare sulla qualità, come altri con fatica e dedizione fanno. La Psicologia è in fondo in Italia una professione giovanissima e dai contorni permeabili, che ha bisogno di essere tutelata e praticata solo da chi è abilitato dalla legge. Se il counselor non è uno psicologo, se il neuropsicologo non è uno psicologo, se lo psicologo dello sport o della scuola non sono degli Psicologi, la stessa legge 56 perde del suo significato di tutela dei cittadini che si rivolgono con fiducia ad un soggetto in quanto detentore di un titolo controllato.

    L’insegnamento dell’uso di tecniche psicologiche, ad esempio in un corso di counseling può essere un business altamente lucrativo consistente nella vendita di competenze psicologiche rese disponibili a tutti coloro, e sono moltissimi, che nella vita avrebbero voluto fare gli psicologi ma hanno fatto altro. Il counseling è un pericoloso balsamo per i loro rimpianti.

    Questa sentenza (Pres. ed estensore dr. Malaspina) interviene in un periodo molto difficile per l'economia come gli Psicologi (nella loro veste di citadini, terapeuti e professionisti ben sanno) a cavallo di proposte, leggi ed ipotesi sulla riforma delle professioni: la chiarezza dei principi affermati avrà effetti positivi nel contesto territoriale e sociale nel quale operiamo e, si spera, segnerà uno spartiacque tra chi indica scorciatorie per svolgere attività professionali (che alle persone serie costano anni, investimenti e sacrifici) e chi si forma nelle aule universitarie e studia, ricerca, approfondisce ed avrà il grande merito di garantire e rassicurare gli utenti sulla qualità della preparazione degli operatori.

    Il chiarimento giurisprudenziale è avvenuto con il massimo grado di professionalità e autonomia di giudizio e di questo dobbiamo essere orgogliosi e felici, come Psicologi e come cittadini.


    Il Presidente OPL
    Mauro Grimoldi

    fonte : www.opsonline.it
     
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  5. _Nicoletta
     
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    "seguaci del counselling" "Loro" ... :svengo:
    mah io continuo a non vedere usurpazioni
    mica un counsellor si fa chiamare psicologo :ma: nè dottore...

    ah, a proposito in Italia siamo dottori dopo la laurea
    ma in altri paesi solo dopo il dottorato ovvero il PhD
    no giusto per precisare :adv:
     
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  6. Alessia Va
     
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    Concordo, Nico.

    Del resto sembra un po' l'eterna diatriba tra medici e biologi per quanto concerne la professione di nutrizionista.
    Per regolamento il biologo può consigliare sullo stile alimentare da seguire, ma per i medici i biologi sono
    usurpatori perché solo un medico può prescivere una dieta...cosa che il nutrizionista non fa...ma questo
    i medici sembrano non comprenderlo...

    Non capisco proprio perché non si riesca mai ad andare d'accordo...

    Tra l'altro, avendo l'idea di fare un corso di counselling (che per inciso dura tre anni...mentre sembra
    che, per come pongono la questione, i conusellor si formino in tre giorni...) avevo chiesto a Stefano
    se poteva valere come crediti aggiuntivi e mi ha riposto che si, è considerata come attività professionalizzante
    e dunque mi darebbe diritto a crediti universitari.

    Quindi, siamo alle solite.
    Neanche c'è un accordo su queste cose.
    Alcuni gli fanno la guerra, altri no...

    E queste guerre intestine, fanno poi bene? <_< :rolleyes:
     
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20 replies since 2/6/2011, 17:42   221 views
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