Facebook e Myspace..pensavo di averne già parlato

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  1. _Nicoletta
     
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    Facebook è un social network sempre più frequentato sul web. In Italia sta esplodendo adesso: in questo momento è il 20esimo sito più visitato (myspace è al 15mo posto).

    Il sito offre molte possibilità : cercare vecchi amici per nome e cognome, scambiare foto, lasciare commenti sui “wall” dei profili altrui, partecipare a gruppi tematici. Inoltre, è possibile iscriversi con un profilo pro, quindi registrarsi come band, inserire una playlist, e gestire un gruppo di fans.

    Un’altra caratteristica interessante è quella di poter installare sul profilo delle applications, ovvero programmini interni a Facebook che permettono di fare giochi on line, telefonare con skype, trovare amici incontrati in viaggio, e tanto altro
    da Guida a facebook su myspace



    Io ci sono ^_^ da questo aprile

    nonostante il disappunto di Giovanna :lol:

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    Facebook è un famosissimo social network studentesco, fondato il 4 febbraio 2004 da uno studente americano presso l’università di Harvard, Mark Zuckerberg. L’idea di questo sito era quella di unire sotto un’unica rete tutti gli studenti dell’università di Harvard, in modo da facilitare la comunicazione. Oggi Facebook è stato esteso a tutti gli studenti delle università di tutto il mondo e non solo. Infatti tutti possono iscriversi anche i non studenti e creare un proprio profilo online condividendo le proprie foto e gruppi con gli amici. Grazie a l’opzione trova amici è possibile trovare amici che sono iscritti a Facebook a nostra insaputa verificando se la loro mail è presente sul server, quindi è facile trovare amici di vecchia data o compagni di scuola che non si rivedono da molto tempo.

    Molti sostengono che mettendo propri dati su questi grandi social network sia pericoloso, ma questo non è del tutto vero perché si può impostare il proprio profilo non visibile a tutti ma solo agli amici, che saranno gli unici a poter visualizzare i nostri contenuti.

    All’inizio Facebook appare diciamo un po’ complicato da usare ma dopo quindici minuti di navigazione appare tutto più chiare e facile da usare. E’ molto interessante il fatto di potersi iscrivere a diversi gruppi studenteschi e questo permette di conoscere persone nuove.

    dal blog rete per tutti

    dal primo blog: http://www.myspaceeditor.it/wp/guida-a-facebook/
    Ecco i link ad alcune pagine che spiegano le principali difficoltà che si incontrano quando ci si iscrive a facebook.

    Come registrarsi
    Registrare un profilo band
    Come vedere le foto degli amici
    Che cos’è poke
    SPOILER (click to view)
    Che cosa significa poke su facebook

    Poke significa toccare una persona per richiamarne l’attenzione. Si usa fare Poke quando vuoi vedere il profilo di un utente ma non ne hai il permesso. Se quella persona risponde con “Poke Back”, ti permette di vedere il suo profilo per una settimana.
    Fare poke ad una persona che è già è tua amica è come fargli uno squillo sul telefonino.

    Come personalizzare il profilo
    Come modificare il profilo
    Come nascondere un box




    MySpace e Facebook perdono visitatori: è finita la festa?

    Settembre non è stato un mese esaltante per i siti di social networking, in particolar modo per due big come MySpace e Facebook. Secondo le stime di Nielsen, MySpace ha perso un paio di milioni di contatti rispetto al mese precedente (da 49,2 a 47,2 milioni), mentre Facebook è scivolata del dodici per cento (da 8,9 a 7,8 milioni).
    Il resto sull' articolo del 2006 su La Stampa.it

    Cenerentola-Facebook vale oro, e Bill compra…

    Lo conoscete Facebook (qui) ? Sì, proprio quello fondata nel 2004 da un ragazzo che allora aveva 22 anni. Non che da questo link si veda qualcosa di interessante, perché le pagine personali vanno cercato nel campo a questo dedicato, alla ricerca. Ma insomma credeteci: Facebook è l’evoluzione del concetto di pagina personale su internet, perché di certo serve per dire di sé in pubblico, ma soprattutto vi mette in grado di comunicare: è uno di quegli specchi che trasforma ognuno di noi in persone pubbliche che fanno, partecipano, lottano, e per il sol fatto di comunicarlo al resto del mondo, cominciano a contare qualcosa.

    Una sorta di specchio regolabile, nel grado di riservatezza e di limpidezza che voglio dare della mia vita agli altri. Ecco, io, cioè quello che scrive queste righe, ho una pagina e molti altri italiani ne hanno una. Nel mondo siamo in 42 milioni ad averla. Noi utenti non paghiamo niente per utilizzare un prodotto ad alta tecnologia e fruttiamo molto poco in pubblicità ai proprietari di Facebook, appena 150 milioni l’anno e anche su questa stima ci sarebbe da ridire.
    Qui questo più recente su Repubblica.it del 2007


    Ancora più recente
    Fare Marketing con Facebook
    dal blog Trolley crash di gennaio 2008
    un assaggio-->
    SPOILER (click to view)
    Appunti per il marketing

    Alcuni presupposti da considerare:

    * Alto tasso di esposizione virale, che permette una propagazione molto rapida dei contenuti. Una volta che un’applicazione viene pubblicata su Facebook, gli utenti possono installarla ripetutamente generando una quantità continua di traffico, che può essere indirizzato poi verso il tuo sito web…
    * La grande disponibilità di informazioni socio-demografiche relative agli utenti (scrupolosamente tracciate) permette di attuare azioni mirate sul target di riferimento
    * Possibilità di realizzare applicazioni a diversi livelli di complessità, anche a costi contenuti
    * Ed è sempre bene considerare la possibilità di sfruttare il momento di hype per avere visibilità, dato che tra le Big Brand ancora poche si sono mosse qui (Nokia e Coca Cola Australia ad es.)


    e Cos’è Facebook oggi: comunicazione e social graph
    dal blog Geek Marketing
    Qualche paragrafo-->
    SPOILER (click to view)
    Qualche anno fa abbiamo sentito nominare per la prima volta il termine social network applicato al Web e da allora abbiamo imparato ad utilizzarlo indistintamente in qualunque occasione: Flickr è un social network, MySpace è un social network, aNobii è un social network, Pinco Pallino è un social network (lo sarà a breve, sono già pronti i capitali e il nome, PincoPallinr). Per una strana proprietà transitiva che si presume possa funzionare a prescindere, anche Facebook viene etichettato sbrigativamente come social network, sbattuto nel minestrone e trattato alla stregua degli altri, con il seguente risultato: appiattimento dell’esperienza di utilizzo, raffica di richieste da parte di contatti semisconosciuti e sindrome del guerriero di Hokuto: hai 10 secondi per dimostrarmi di cosa sei capace, dopodiché sarai morto. La breve storia d’amore si conclude con la frase emblematica: “Non ho ancora capito a cosa serve”.

    Non si può capire Facebook se non sono chiari due punti fondamentali.

    Il primo: Facebook è comunicazione, la declinazione di ciò che in partenza era un social network in un mezzo di comunicazione totale. Non si tratta di uploadare una foto, commentare un libro o ascoltare una canzone: si tratta di comunicare. Sul cammino che ha portato alla nascita della mail, della chat, del forum, Facebook propone la sua idea di evoluzione. Non è detto che il business model ideato da Zuckerberg sia quello vincente, per quanto ne so potrebbe fallire con la stessa rapidità con la quale si è affermato (e non sarebbe il primo). Dobbiamo però renderci conto che l’idea alla base di Facebook sta creando il solco nel quale l’evoluzione della comunicazione si sta incanalando. Caricare una foto e taggarla non vuol dire fare concorrenza a Flickr, vuol dire comunicare agli amici e agli amici degli amici chi era con noi il giorno X alla cena Y nel ristorante Z. Qui sta la forza della comunicazione: attraverso News Feed la notizia si propaga fino a raggiungere utenti a noi sconosciuti connessi alle persone taggate nella foto.

    L’altro fattore importante è a chi si trasmette questo contenuto, il destinatario di quella manciata di bit di informazioni. Come ho già detto in passato, lo scopo di Facebook è gestire il social graph, la rete di conoscenze della vita reale: amici, colleghi, parenti. Questo passaggio a molti sfugge: Facebook non è nato a fini di scoperta e di certo non è nato per fare amicizia con nuove persone. L’obiettivo è mantenere e gestire il collegamento con chi già conosciamo e sentiamo spesso via telefono/cellulare/mail/skype, offrendo un’opportunità in più di contatto. L’utilità di Facebook dunque è direttamente proporzionale al numero di soggetti facenti parte del nostro social graph connessi a noi tramite il servizio.

    Fino a questo interessantissimo articolo datato aprile 2008
    What was wrong with the pub
    Mentre Second Life sembra se la passi un po' maluccio (solo 450.000 utenti attivi sulle famose "isole"), i "social network" godono di ottima salute, pare.
    MySpace (l'indirizzo è Myspace.com, ma se vi va provate a digitare myspace.it e ditemi se, ahimè, internet non è un luogo troppo spesso infrequentabile) e Facebook sono i più popolari, al momento. Sapete di cosa parlo, no? Chiedete un po' a Google. Troverete 224 milioni di pagine di risposte (per Facebook). 444 milioni sono, invece, le pagine alla domanda "myspace".
    Sono luoghi dove passare un sacco di tempo a non fare un beneamato niente. Ci si mette in contatto con altre persone; si pubblicano le proprie foto delle vacanze e quelle un po' osée, ma solo un po', della propria ex, e la propria playlist preferita, e si risponde a quiz gareggiando con i propri "amici" a chi conosce più attori dei telefilm americani. Eccetera.

    Murdoch e Bill Gates ci spendono su un sacco di soldi per non star fuori del business. Insomma, una cosa che tira, che macina soldi grazie alla pubblicità.
    Solo grazie alla pubblicità?

    Provate a cliccare ora questo link.
    Ve lo dico io cos'è. La stringa di ricerca è "Facebook+Hodgkinson", limitatamente alla pagine in lingua italiana. La risposta è molto, molto più modesta: la miseria di 174 pagine.
    E fra le risposte non c'è nessun sito "di riferimento" (Attivissimo, Punto Informatico, Andrea Beggi, per tacer di Macchianera o Grillo e così via).
    Eppure la cosa sembra interessante. Lo è, fidatevi. Acnhe se, evidentemente, ai blogger e ai mezzi di informazione italiani sembra trascurabile.

    Intanto, vediamo chi è Hodgkinson.

    SPOILER (click to view)
    Intanto, vediamo chi è Hodgkinson.

    Tom Hodgkinson è un giornalista del Guardian, noto giornale inglese di orientamento progressista. Il 14 gennaio di quest'anno ha scritto un articolo dal titolo With friends like these... in cui s'è preso la briga di fare un po' le bucce a Facebook.
    Milioni di utenti, milioni di dollari nelle tasche del solito ragazzino di turno, Mark Zuckerberg (viene da Harvard, e s'è inventato Facebook fra un esame e l'altro - pare fregando l'idea due sue amici i quali, ora che la cosa ha cominciato a macinare miliardi, se ne sono ricordati e ispirati da qualche gaglioffo di avvocato vogliono fargli passare un brutto quarto d'ora).

    Hodgkinson, per farla breve, ha messo il naso nella cassaforte di Facebook e ha scoperto che là dentro non tirava una bella aria. Tutt'altro.
    Uno si domanda: ma questi ragazzini terribili, che a vent'anni tirano fuori un sito e dopo tre anni lo rivendono a Yahoo o a Google per 20 fantastiliardi di dollari, come fanno? Chi li aiuta, all'inizio? Possibile che facciano tutto da sé?
    Nemmeno un po'.

    Tanto per cominciare Hodgkinson se la prende con la filosofia stessa di social network ponendosi la domanda che io ho scelto come titolo di questo post: What was wrong with the pub? Perché passare intere serate, o notti, davanti al PC, da solo, muto come un pesce? Davvero Facebook mette le persone in contatto? O piuttosto non le divide?

    Ma a parte questo.
    Facebook è finanziato da un gruppo di finanzieri californiani, gestori di fondi di venture capital di stampo neoconservatore.
    Il vero "padrone" di Facebook è tale Peter Thiel che nel progetto ha investito 500.000 dollari già nel 2004, appena Zuckergerg e i suoi amici andarono da lui a chiederglieli. Oggi Thiel possiede il 7% di Facebook, per un valore stimato in 1bilione di dollari.
    Thiel non è un fesso: è l'inventore di PayPal, il più noto sistema di pagamento in rete, che ha venduto poi a Ebay per 1,5 bilioni di dollari. Ha fatto altre cose, ma letroverete nell'articolo di Hodgkinson. Di lui mi limito a citare la massima preferita: "Show me a good loser and I'll show you a loser".

    Thiel è anche un convinto attivista neocon. Da studente a Stanford aveva fondato una rivista conservatrice, The Stanford Review (il cui motto era "Fiat lux") ed è fra i membri del gruppo lobbista neocon The Vanguard.org (che si autodefinisce "an effort by the conservative netroots to take back their country, their party, and the internet as well", e ancora "an online community of Americans who believe in conservative values, the free market and limited government", qui).

    La grande idea di una cosa come Facebook è di fare soldi senza fare assolutamente niente. Grandioso. Un po' di quiz (proposti peraltro dagli stessi utilizzatori), una "piattaforma", per il resto ci pensiamo noi. Noi da casa.
    E la cosa rende. Eccome. Thiel, oltre a essere un fanatico delle sane, buone idee di una volta (ma di quale?), è uno a cui non dispiace mettere i propri soldi a Vanuatu, capitale delle Isole Cayman (un po' come fa Berlusconi). Un'altra delle sue massime è infatti: "You can't have a workers' revolution to take over a bank if the bank in in Vanuatu".
    Ma il meglio deve ancora venire.

    C'è un terzo partner in Facebook, dopo il fondatore e il buon Thiel. Si chiama Jim Breyer, ma rispetto al primo sembra abbastanza innocuo: viene dal mangement di Wal-Mart, la più grande catena di supermercati americana. E' stato anche presidente della National Venture Capital Association (NVCA), una sorta di Confommercio dei venture-capitalisti americani.
    Recentemente un altro fondo di investimento sulle nuove tecnologie ha deciso di mettere dei soldi in Facebook, il Greylock Venture Capital, il cui senior partner si chiama Howard Cox, anche lui già a capo della NVCA, che fa parte anche del "board of trustees" di In-q-Tel, una società di Information technolgy che, ci crediate o no, lavora per la CIA (non lo dice Hodgkinson, ma il banner del loro sito: "In-q-tel supports the mission of the Central Intelligence Agency and the broader U.S. intelligence community").
    L'interesse della CIA per una "cosa" come Facebook è evidente: milioni di dati, di nomi, di circostanze, di abitudini, di idee, di opinioni, di commenti, di spostamenti, di storie, di legami, di interconnessioni, di amicizie, di memorie, di fughe, di gusti, di amori, di facce, di orari, tutto lì a portata di mano, gratis!
    Il primo presidente di In-q-Tel è stato Gilman Louie, che aveva già collaborato con Jim Breyer (ricordate? quello che avevo definito "innocuo"), alla NVCA.

    Di recente Coca-Cola, Blockbuster, Sony e Condé Nast hanno stretto partnership commerciali con Facebook.
    Insomma, pensateci due volte prima di chiedere a qualcuno: "Vuoi essere mio amico"? Perchè un "amico" in più vuol dire soldi che entrano nella casse, già piuttosto pingui, di queste multinazionali dell'intrattenimento e della bulimia del consumo. Oltretutto gli spazi pubblicitari su Facebook, dice sempre Hodgkinson, costano infinitamente meno che sui giornali, dato che i giornali con quei soldi ci devono pagare gli stipendi della gente che sui giornali ci scrive. Su Facebook i contenuti sono gratis, visto che ce li mettiamo noi. Oltretutto che c'è di meglio di avere un profilo utente già bell'e fatto, senza aver dovuto fare nessuna fatica?

    Io un mio profilo in Facebook ce l'ho. Ho voluto provare, e sto in un gruppo di lavoro che comprende persone da più di venti università sparse in tutta Italia, davvero molto cool, che ha messo su un gruppo su Facebook per scambiarci informazioni e svagarsi un po'. Ma ora che so come funziona corro a cancellarlo!

    Se solo potessi. Non si può. Tutti i dati vengono memorizzato per un "congruo periodo" e possono essere distribuiti a chi pare a loro, se e quando gli va (traduzione un po' libera ma non lontana dal vero: "Additionally, we may share account or other information when we believe it is necessary to comply with law, to protect our interests or property, to prevent fraud or other illegal activity perpetrated through the Facebook service or using the Facebook name, or to prevent imminent bodily harm. This may include sharing information with other companies, lawyers, agents or government agencies": qui).

    :balla: continua qui:
    What's wrong with the pub?




    Myspace
    ... personalizzarlo



    Dal registrare un profilo myspace!

    Se hai un gruppo musicale valuta bene se registrare un profilo tradizionale o un profilo band (myspace music). I profili band sono più difficili da personalizzare, ma hanno il player incluso sulla pagina e la possibilità di inserire le date dei concerti in maniera automatica. Se non si usa un profilo band, sarà comunque possibile inserire un player flash esterno.
    Come creare un profilo myspace
    Come creare un profilo band

    Dopodiché consulta uno di questi link per personalizzare la tua pagina:
    Layout pronti
    Sfondi pronti

    Se vuoi uno sfondo di un colore uniforme, senza immagini, vai direttamente al generatore di layout.

    Se hai trovato un’immagine online che ti piace e vuoi usare come sfondo, ma non sai cos’è un url leggi questa pagina prima di usare il generatore di layout.

    Se vuoi usare come sfondo del tuo profilo un’immagine che hai sul tuo computer leggi Come funziona imageshack e poi utilizza il generatore di layout.

    Infine dai un’occhiata al menu “bonus” e a tutti gli altri trucchi per personalizzare il tuo profilo.

    Vuoi affidarci la creazione della grafica del tuo profilo, oppure vuoi consulenza su come promuovere la tua musica o la tua attività tramite myspace?

    Buon divertimento con myspace!
    dal blog http://www.myspaceeditor.it/wp/aiuto-myspace/

    Ci sono anche lì!
    :P

    Io preferisco Facebook :pirata:
    come grafica e come offerta

    Edited by _Nicoletta - 6/9/2008, 16:58
     
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  2. Ladylla
     
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    Io ho amici super informatici... vabbè è il loro mestiere e amici (x esempio il mio dentista) che appena appena riescono a usare l'email oppure non gliè frega una min.. preferiscono usare il telefonino .. La maggior parte appartengono alla seconda categoria... c'aggià fà... :cry:
     
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  3. _Nicoletta
     
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    Beh puoi anche conoscerne di nuov :giusto:
     
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  4. _Nicoletta
     
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    Interessante questo commento all'articolo What was gone wrong with the pub
    CITAZIONE
    Secondo me un giornalista che vuole fare un ragionamento serio e completo sull'argomento, a prescindere dalla critiche al "sistema" che possono essere condivisibili, non può ignorare il fatto che il web ha creato nuovi spazi antropologici che vengono abitati ed esplorati con modalità diverse da quelle degli spazi "fisici" (volutamente non uso la parola reale contrapposta a virtuale), e con diversi concetti di "prossimità" (che peraltro, anche negli spazi antropologici fisici, è di per sé un concetto relativo). I social network rappresentano forse la preistoria di questi nuovi spazi, e in questa ottica andrebbero analizzati se il discorso che si vuol fare è centrato sull'aspetto relazionale.. e, in definitiva, il confronto col pub è quanto meno mal posto ..

    e con cui sono molto d'accordo


    Microsoft all’attacco di Facebook. Ecco come gira l’economia

    di Massimo Furia - Mercoledì 27 Agosto 2008

    Mai dormire, mai voltare le spalle al nemico, mai chiudere gli occhi, mai arrendersi. L’economia viene giocata con un’intelligenza che non ha nulla da invidiare a quella militare. Sun Tzu ne avrebbe da dire sull’argomento. Altro che arte della guerra. Qui si gioca pesante!

    E’ caso di Microsoft e del suo accordo con Facebook per portare sì che il suo motore di ricerca (Windows Live) all’interno del famoso social network. Questo, con l’obiettivo di ottenere il controllo della pubblicità online che gira all’interno del network.Bene, ma in termini economici che cosa significa tutto questo esattamente?

    Dalle mie parti si dice “facciamo i conti della serva”, quelli fatti un po’ sulle punte delle dita. Con un po’ di approssimazione, insomma.
    A Redmond avevano già aperto il portafoglio per comprare circa l’1,6% di Facebook qualche tempo fa. Una spesuccia da 260 milioni di dollari.
    Allora… approssimiamo. Diciamo che circa il 2% del sito è costato circa un quarto di miliardo di dollari. Quanto costa (o vale) l’intero? Se non ho sbagliato a fare i conti il 100% dovrebbe ammontare a quasi tredici miliardi di dollari. Dollaro più, dollaro meno, ovviamente.
    Questo si chiama far girare l’economia.
    Non so a quanto ammonti il capitale di Microsoft ma non credo che Steve Ballmer vada in banca a chiedere un mutuo per comprare un sito web.

    Altri due conti.
    Il prodotto interno lordo (il famoso PIL) dell’intera Italia ammonta a circa 1500 miliardi di euro (centesimo più, centesimo meno). Se facciamo le debite proporzioni stiamo parlando di un’aziendina, Microsoft, che vale più o meno come un terzo dell’Italia.
    E pensare che noi per far girare l’economia andiamo a fare la spesa nei discount.

    Comunque non finisce mica qui.
    La cordata all’impero di Internet continua. A Redmond non hanno mica digerito le disfatte degli ultimi mesi. Si, perchè se off-line Microsoft detiene una discreta quota del mercato grazie a Windows e prodotti derivati, online è veramente un nano: pensate solo che più del 60% del mercato del “searching” è dominato da Google mentre MS si aggiudica un risicatissimo 3%.

    Come ne uscirà? Intanto ci ha provato con la nuova divisione societaria. Un bel taglio in due: una parte dedicata a Windows e una parte esclusivamente all’online.
    Ci sono un bel po’ di punti da recuperare: pensate solo al flop di Windows Vista di cui si parlava tanto: due anni di attesa (forse più) e ora si vendono fior di pc downgradati a Windows XP (io l’ho comprato così…). Ma Microsoft punta ai 100 milioni di installazioni entro la fine dell’anno.

    Intanto, Ballmer ha mandato una nota ai dipendenti di Microsoft in cui si recita:

    “l’innovazione di Google nelle ricerche Internet altro non è che una grande attenzione al settore delle ricerche e sviluppo ma anche il merito di buone acquisizioni. Questa è una battaglia a lungo termine per la nostra compagnia”.

    Allora avevamo ragione a pensare in termini militari.

    da http://blog.pmi.it/27/08/2008/microsoft-al...gira-leconomia/
     
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  5. _Nicoletta
     
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    Facebook diventa segreto
    Alessia Grossi
    Pubblicato il: 17.10.08

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    Facebook

    Le «piazze virtuali» devono rendere le informazioni dei propri utenti inaccessibili ai motori di ricerca, a meno che sia l'utente a dare il consenso alla diffusione dei dati. L'hanno stabilito i 78 garanti della privacy europei, riuniti a Strasburgo nella 30esima conferenza mondiale delle autorità di protezione dei dati. «Proteggere la privacy in un mondo senza confini» è il titolo della conferenza che si conclude venerdì a Strasburgo con la ratifica delle linee guida del Consiglio d'Europa.

    Insomma, da sabato i profili degli 11 milioni di utenti di Facebook, il più grande socialnetwork del mondo, ad esempio non saranno più visibili dall'esterno. Cioè se volete trovare informazioni su qualcuno non sperate che Google o Yahoo possano aiutarvi a trovare il link al suo profilo di un socialnetwork o altre informazioni personali rastrellate in Rete. Poco male per coloro che hanno acceso un proprio blog su una «piazza virtuale» per farne un luogo d'incontro con gli amici e che non ci tenevano affatto a diffondere la propria immagine, il proprio stato d'animo o il luogo dal quale scrivono e che per questo, magari avevano reso il proprio profilo "privato" anche all'interno dello spazio sociale. D'altra parte c'è da dire che il divieto di Strasburgo non nuocerà nemmeno a chi, invece, puntava al socialnetwork per farsi conoscere proprio sfruttando il "passa parola" che corre nella Rete e gestito, appunto, dai motori di ricerca. Qest'ultima categoria, infatti, potrà ottenere l'effetto sperato dando l'assenzo alla diffusione dei propri dati e divenatare così rintracciabili anche dall'esterno.

    Quello che è certo, comuque è che da sabato le notizie personali non correranno più così velocemente nel Web con buona pace dei gestori delle «piazze virtuali» che con ogni probabilità vedranno aumentare ii loro gli utenti. D'ora in poi, infatti, se vuoi trovare informazioni private su qualcuno non puoi sperare nell'indicizzazione di Google ma devi iscriverti necessariamente anche tu al socialnetwork di appartenenza del "ricercato".

    Per evitare fughe di dati personali comunque, a scanso di equivoci, i garanti suggeriscono misure di autotutela anche agli utenti. «Utilizzare sempre uno pseudonimo per non mettere in rete, alla mercè di chiunque, e non solo degli altri utenti del socialnetwork, le proprie generalità- dice il garante italiano, Francesco Pizzetti, per cui «quella di Facebook e simili è l'emergenza più evidente della rete che mette a rischio la privacy di milioni di cittadini».

    Dunque è vero che con il divieto per i social network di cedere informazioni ai motori di ricerca, si eviteranno casi di diffusione di dati privati. Quello più recente ed eclatante è,ad esmpio, la notizia della gravidanza della figlia di Sarah Palin, candidata vicepresidente per i repubblicani nelle elezioni Usa: l'informazione, che i protagonisti della vicenda avrebbero voluto tenere riservata, è invece rimbalzata dal social network dove il fidanzatino della ragazza si era confidato con gli amici, ai motori di ricerca che l'hanno resa di pubblico dominio. D'altra parte gli utenti di Facebook potranno anche dire addio allo sfogo terapeutico del socialnetwork, come suggerisce il garante italiano. A quanto pare la segretezza e la finzione diventano legge anche a scapito dell' apertura e dello slancio che si sta registrando proprio da quando il fenomeno dei socialnetwork ha preso piede.

    da unita.it
     
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  6. _Nicoletta
     
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    Come cancellare il proprio account su Facebook

    Avete mai tentato di abbandonare Facebook e avete quindi scoperto che vi viene solo permesso di “disattivare” l’account? Tutti i vostri dati personali e ogni altra cosa che voi abbiate inserito lì continuano ad esistere! Questo è come minimo fastidioso, se non addirittura scorretto. Con quest’articolo vi spiegherò come possiamo cancellare definitivamente il nostro account di Facebook.

    Anche se forse volete ancora usare questo servizio web, sarete d’accordo con me sul fatto che dovrebbe essere comunque fornita la chance di eliminare tutto. Una prima soluzione consiste nel rimuovere tutti i contenuti del nostro account, quindi contattare lo staff e richiedere la sua eliminazione (dovrebbero rispondere entro una settimana).

    Che dire se invece desideriamo ottenere lo stesso risultato, ma molto più in fretta? Il seguente metodo consiste in 5 semplici passi:

    1. Assicurati che il tuo account FB abbia un tuo contatto email corretto.
    2. Elimina qualsiasi altro indirizzo email ad eccezione di quello indicato prima.
    3. Disattiva l’account.
    4. Registrati di nuovo, usando un’email diversa (ma reale, ovviamente).
    5. Loggati sul nuovo account, inserisci l’indirizzo del punto 1 come email di contatto. Segui la procedura di attivazione tramite email di conferma. In questo modo avrai completamente sostituito l’account precedente con uno vuoto. Per fare bene le cose, metti di nuovo l’indirizzo usato per creare l’account al punto 4 e rimuovi quella originale dalla lista. Infine disattiva il nuovo account.

    Pensate che su Facebook stesso è nato un gruppo dedicato a questa tematica: How to permanently delete your facebook account. Gli “aderenti” stanno aumentando e potete anche immaginare il perché…

    da http://syst3mcrash3r.altervista.org/blog/2...nt-su-facebook/
     
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  7. _Nicoletta
     
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    aggiornamento
    ci sono nuove clausole che eliminano il diritto di gestire i PROPRI contenuti e assegnano a facebook la possibilità di farlo in nostra vece

    prima di pubblicare date uno sguardo ai link
    (li ho messi anche in bacheca di FB..:P
    così non li cancellano o se li devono tenere)
    http://superblog.tgcom.it/wpmu/2009/02/17/...-sulla-privacy/
    http://vitadigitale.corriere.it/2009/02/te..._copyright.html
    http://www.giovy.it/2009/02/16/attenzione-...zzo-vessatorie/
     
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6 replies since 6/9/2008, 14:17   865 views
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