Lo sto leggendo...ne voglio parlare

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. pike bishop
     
    .

    User deleted


    www.lankelot.eu/sites/default/files....jpg?1297433036

    Derek Raymond Stanze nascoste MeridianoZero € 16,00

    Leggere Derek Raynond è un'esperienza unica, i suoi romanzi sono discesi all'inferno.
    Il Derek però non ci risparmi nulla, la sua è scrittura scabra, senza nessun riguardo per il lettore. Il suo intento è mostrarci come vivono e muoiono gli "ultimi".
    Lui stesso lo dice, la sua è una scrittura si svelamento, non vuole intattenere ne compiacere. Vuole la presa di coscienza, la caduta del velo che i gialli consueti ormai non fanno più.
    Tutti i lettori di Raymond aspettavano con impazienza Stanze Nascoste, ora finalmente si può leggere.
    Le storie della sua infanzia appassionano, ma quallo che veramente sorprende è la parte dedicata alla letteratura noir, perle di un acume raro. La sua prosa e la sua metafisica è dura da sostenere ma se cerchiamo una visione del mondo e un'attenzione particolare verso gli ultimi allora Raymond è il nostro scrittore, leggerlo è morire. Quando finiamo una delle sue storie non siamo più gli stessi. Niente da fare Raymond ha cambiato la nostra concezione della realtà, ha smascherato la menzogna che ogni giorni ci viene inculcata.
    Lo svelamento è limpido, disadorno, non conciliato e per alcuni forse, insostenibile.
    Se cerchiamo intrattenimento, lontani da lui, per noi non fa niente ma se siete parte di quei lettori che attraverso i libri vogliono capire il mondo che li circonda allora siete incappati nel tipo giusto. Se siete interessati a questo "tizzone dell'inferno" allora vi consiglio di cominciare dai suoi romanzi, ad esempio da ...E Morì Ad Occhi Aperti. Questa autobiografia vi interesserà solo se le sue storie vi avranno catturati.
    Più sotto posto alcune pagine tratte dal libro Stanze Nascoste...

    pag. 6 - 7 - 8:
    Penso che dovrei dire qualcosa di più su di me.
    C'è una parte di me che secondo molti - che mi conoscono e non possono sbagliarsi tutti - è fredda e riservata, una parte che nessuno, per quanto mi sia vicino, può mai raggiungere.
    Temo che questo giudizio, anche se poco lusinghiero, sia corretto. Una parte di me consiste nell'insieme di funzioni che mi permettono di scrivere, e non servono a nient'altro. Questa parte assume il controllo quando sono davanti a una tastiera, o fuori casa, o quando faccio qualcosa che a prima vista non ha niente a che vedere con lo scrivere. A volte Agnès mi dice che sono un bravo scrittore ma un uomo da poco, ed è vero che per lunghi periodi non sento alcuna passione umana, se non sulla carta. Ho sempre avuto questo problema, che rischia di rovinare un legame di coppia. Cerco di condurre una vita normale e di interagire, ma spesso sono lontano anni luce: all'improvviso i miei gesti diventano meccanici, rispondo alle domande sovrappensiero, mi rendo conto solo a metà di quello che sto facendo, smetto di prestare attenzione agli altri o non capisco cosa dicono. Questo perchè qualcosa mi ha colpito e io cerco di svilupparlo associandolo a personaggi, situazioni, ambienti, dialoghi. Mentalmente lo sto già scrivendo, per memorizzarlo prima che mi sfugga, e il non poterlo fare fisicamente mi frustra, mi rende irritabile e irrazionale, insofferente se vengo avvicinato o interrotto.
    C'è una sola immagine che mi viene in mente per spiegare il mio comportamento. In queste occasioni mi sembra di essere come il computer su cui sto scrivendo, con delle zone di memoria dove ci sono quei programmi nascosti che servono a renderlo rapido ed efficiente. Sono i programmi del sistema operativo, che non sono visibili nè accessibili, se non ai tecnici. Come quelle del computer le prestazioni dello scrittore vengono giudicate dalla qualità del risultato percepibile, piuttosto che dai processi che l'hanno reso possibile. In amore però, per conoscere veramente una persona bisognerebbe poter scoprire tutto ciò che la riguarda, comprese le sue stanze nascoste, che purtroppo rimangono inaccessibili. Sfortunatamente è proprio quello che succede a me. Alla prima impressione sono la persona più disponibile che ci sia - e lo sono davvero, almeno finchè non si va più a fondo - come gran parte dei miei amici ptrebbe confermare. E' il cambiamento che subisco quando scrivo a sconcertare: delusione e rabbia prendono il posto dell'affetto quando scoprono che il divario tra apparenza e realta è così grande e io divento l'opposto di quello che sembravo.
    Credo che il vero problema delle persone sia l'essere talmente abituate a vivere con se stesse da non rendersi conto di quanto possono sembrare strane agli occhi degli altri - per me, almeno, è così. Sono più incline all'ossessione che egocentrico, e quando sono in uno di quei momenti tutto il resto viene messo da parte, abbandonato su una binario morto mentre il treno continua la sua corsa. Quando scrivo, scrivo e basta: quando non scrivo, invece, non faccio nient'altro, ed è compresibile che questo modo di fare preoccupi in entrambi i casi. Nel momento in cui l'altra persona capisce che la chiave stà nelle mie "stanze nascoste" il bisogno di accedervi diventa ancora più grande, sente che il rapporto è in pericolo e deve esaminarle. Ma nel mio caso non possono essere esaminate, io non posso rivelarle.
    Questa autobiografia è il tentativo di decrittare i codici di accesso a queste stanze nascoste, anche se non potrà mai avere la leggibilità di un romanzo: dopotutto descrive solo un insieme di funzioni.
    Il fatto di essere come una macchina poco orientata agli altri, e di deludere ogni aspettativa proprio per queste stanze nascoste, è fonte di angoscia per me e per chi mi stà vicino. Ma nessuno di noi può discostarsi, se non lievemente, da ciò che è.
     
    .
60 replies since 15/4/2008, 17:27   1076 views
  Share  
.